Dalla seconda settimana di luglio, l'Italia è stata colpita da un'eccezionale ondata di calore, caratterizzata da una straordinaria durata e intensità. I picchi di temperatura, protrattisi dalla seconda decade di luglio (settimana 12-18 luglio), hanno avuto un impatto sulla mortalità, soprattutto tra gli individui oltre gli 85 anni, con un aumento lievemente superiore al previsto nel Centro-Sud, mentre al Nord si è registrata una mortalità in linea o inferiore alle aspettative.
Questi dati emergono dai sistemi di allarme (Hhwws), dal Sistema Sorveglianza della Mortalità Giornaliera (Sismg) e dagli accessi nei Pronto Soccorso, analizzati nell'arco del periodo dal 1 al 21 luglio, e sono stati resi pubblici nell'ultimo rapporto del Ministero della Salute.
A partire dall'8 luglio, un anticiclone sub-tropicale di origine africana proveniente dal Mediterraneo ha interessato gran parte del territorio italiano, portando con sé una persistente ondata di calore. Al Nord, il rischio si è manifestato tra il 9 e l'11 luglio, con una breve interruzione, per poi ripresentarsi dal 15 al 20 luglio. Nel Centro-Sud, invece, le condizioni di rischio sono perdurate dall'8 luglio fino al 24-25 luglio, con una durata dell'ondata di 18 giorni a Roma e Rieti e di 14-15 giorni nelle altre città. Questa ondata di calore ha prodotto picchi di temperatura apparente massima (o temperatura massima percepita) superiori ai 40° C. In alcune città del Nord (Brescia, Verona, Venezia, Trieste) e del Centro-Sud (Civitavecchia, Roma, Messina, Palermo), le temperature eccezionali sono state accompagnate da elevata umidità.
Focalizzandoci sulla prima fase dell'ondata, è emerso un leggero incremento della mortalità nel Centro-Sud (+2%), con picchi statisticamente significativi solo a Bari (+23%) e Taranto (+32%). A Reggio Calabria, si è osservato un aumento significativo (+34%) che, tuttavia, secondo il rapporto, non sembra essere associato esclusivamente alle elevate temperature. Al contrario, al Nord si è registrata una mortalità inferiore al previsto, con una diminuzione media del 11% nelle città settentrionali.
Analizzando i grafici che mostrano l'andamento della temperatura e della mortalità giornaliera, si notano solo a Bolzano e Verona dei picchi di mortalità correlati ai giorni dell'ondata di calore tra le città del Nord. Nel Centro-Sud, invece, molte città (come Perugia, Rieti, Civitavecchia, Roma, Latina, Pescara, Campobasso, Napoli e Bari) hanno presentato un aumento della mortalità associato ai giorni dell'ondata di calore.
Tra le città in cui è attiva la sorveglianza degli accessi in Pronto Soccorso, sono stati rilevati incrementi nel numero di accessi giornalieri alla popolazione over 65 durante i giorni dell'ondata di calore, in particolare a Bologna, Ancona e Roma.
L'ondata di calore ha quindi avuto un impatto significativo sulla salute e sulla mortalità in diverse regioni italiane, richiedendo attenzione e interventi mirati per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione durante le future ondate di calore estivo.