Tutti si chiedono come sia possibile per il Governo mantenere gli impegni relativi alla manovra di bilancio dopo averla rivista prevedendo un deficit, rispetto al Pil, del 2% invece che del 2,4% e rinunciando così ad un bel po' di miliardi di euro.

Luigi Di Maio ha spiegato che è possibile partecipando ad un forum del Fatto Quotidiano. Ecco che cosa ha detto Di Maio in proposito, aggiungendo anche che l'ipotizzato traguardo del Pil all'1,5% potrebbe non essere raggiunto, a causa della frenata dell'economia nell'ultima parte dell'anno.

I miliardi mancanti derivanti dal deficit rivisto saranno compensati dal taglio delle pensioni d'oro e dalle dismissioni immobiliari. Inoltre, vi saranno delle modifiche a quota 100 e al reddito di cittadinanza.

Il reddito di cittadinanza, ha detto Di Maio, costerà 1,2 / 1,3 miliardi in meno perché partirà a marzo, mentre per la revisione della Fornero, tenendo conto del divieto di cumulo, sono da considerare 2 miliardi e qualche centinaio di milioni in meno. Confermate a febbraio le pensioni di cittadinanza e di invalidità.

Di Maio ha detto: «Preleveremo molti più soldi dalle pensioni d'oro. Oltre al taglio in tre scaglioni, 20, 35 e 40 per cento, ci sarà il raffreddamento: cioè non adegueremo al tasso di inflazione le pensioni d'oro. E in questo modo contiamo di recuperare oltre un miliardo. Infine, ci sarà la dismissione degli immobili, che venderemo non più a prezzo catastale ma a prezzo di mercato. E la cessione di questi beni dovrebbe valere uno 0,9 di Pil.»

Sulle pensioni d'oro, Tito Boeri ha parlato della possibilità di recuperare, da parte del Governo, meno di 200 milioni di euro. Per quanto riguarda gli immobili, che addirittura verranno venduti ad un valore maggiore rispetto a quello catastale, l'esperienza di quanto avvenuto con gli altri governi che hanno seguito la stessa strada insegna che la cifra che Di Maio pensa di ottenere, lo 0,9% del Pil, sia non solo irrealizzabile, ma addirittura fantascientifica.

Di Maio, infine, ha dichiarato che «la discussione con l'Europa è sul deficit e non sul livello di Pil, e questo già dice molto della situazione attuale. Detto questo, l'unico motivo per scendere dall'1,5 potrebbe essere legato alla frenata dell'ultima parte dell'anno, causata principalmente dalle esportazioni. Ma il livello degli investimenti e le platee delle nostre misure non verranno toccati.»

Anche in questo caso, da notare che chiunque si occupi di previsioni di bilanci statali non ha concordato con il Governo che l'Italia avesse qualche possibilità, per il 2019, di incrementare il Pil dell'1,5%, indicando invece traguardi ben al di sotto dell'1%.