Ancora un 2 agosto dove si è celebrata la memoria e si è espresso il cordoglio per le vittime della strage di Bologna... ma sono 41 anni che di quella strage conosciamo solo una supposta verità. Che fu una strage fascista è certo, ma chi furono i veri esecutori e per conto di chi agirono è ancora da dimostrare... al di là di quelle che possano essere le verità processuali.

Ed il presidente Mattarella lo ha ben ricordato nelle parole da lui pronunciate in mattinata: 

«Quarantuno anni fa la città di Bologna e con essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti.I bolognesi e gli italiani seppero reagire con sofferto coraggio, offrendo solidarietà a chi aveva bisogno di aiuto, di cure, di conforto. Affermando un forte spirito di unità di fronte al gesto eversivo diretto contro il popolo italiano. Sostenendo nel tempo le domande di verità e di giustizia, che, a partire dai familiari, hanno reso la memoria di questo evento disumano un motore di riscatto civile e un monito da trasmettere alle generazioni più giovani.L’impegno di uomini dello Stato, sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i Familiari delle vittime, ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba esplosa la mattina del 2 agosto 1980. Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità.La Repubblica ha saputo respingere la strategia di questi criminali, difendendo i principi di civiltà conquistati con la lotta di Liberazione.La vicinanza, che rinnoviamo a quanti sono stati colpiti negli affetti più preziosi da tanta ferocia, costituisce anche pegno per il futuro, affinché il patrimonio di valori e di umanità, che sta alle fondamenta della nostra società, sia percepito sempre più come un bene comune indivisibile».

Sulla stessa linea anche la ministra della mediazione sulla riforma della Giustizia, Marta Cartabia, nel suo intervento dal cortile d'onore di Palazzo D'Accursio:

"Bologna sappia di poter contare su di me e su tutto il ministero per quanto di mia competenza. Il processo attualmente in corso, che fa compiere un salto in avanti verso la ricostruzione dei fatti, è una necessità per l’intera storia del paese. La stazione di Bologna è uno snodo storico". E a tal proposito la ministra ha assicurato il proprio impegno sulla digitalizzazione degli atti, una delle richieste avanzate con forza dall’associazione dei familiari delle vittime (“la faccio mia”, dice in proposito la ministra)."La scelta di essere qui accanto a ciascuno di voi, non solo a titolo personale ma in rappresentanza di tutto il governo, è per testimoniare il bisogno di ascoltare ancora, le vostre voci, il vostro lavoro", ha dichiarato la ministra, nella consapevolezza che le "schegge di quella bomba ci hanno colpiti tutti".

Presenti alla manifestazione, Giuseppe Conte e Pierluigi Bersani.


Crediti immagine, Comune di Bologna: "I simboli della città che seppe immediatamente reagire alla tragedia: l'autobus 37 e l'AutoGru Fiat Cristanini dei Vigili del Fuoco che hanno aperto il corteo del 2 agosto".