Con molto ritardo rispetto alle iniziative già intraprese e successivamente annunciate da Trump, sabato, il suo medico personale Sean Conley ha inviato una nota al capo ufficio stampa della Casa Bianca, Kaleigh McEnany, come aggiornamento sullo stato di salute del presidente Usa.
Nel messaggio, Conley ha dichiarato che il tampone effettuato a Trump sabato mattina dimostra, in base ai criteri dei CDC, che Trump non è più da considerarsi contagioso... I test diagnostici cui Trump è stato sottoposto hanno rivelato che non ci sono prove che il virus si stia riproducendo.
Tutto questo a 10 giorni esatti dalla positività manifestata da Trump, cioè lo stesso numero minimo di giorni indicati dai CDC perché il tampone di una persona contagiata, in media, risulti negativo. Questo, però, riguarda in genere persone asintomatiche, non persone che abbiano avuto una Covid in cui il paziente ha fatto ricorso all'ossigeno, non essendo in grado di respirare normalmente. In quel caso i tempi di non positività al tampone indicati dai CDC sono in media il doppio.
E che Trump abbia dovuto far ricorso all'ossigeno, oltre che varie fonti, lo ha confermato anche la tipologia di farmaci assunti, tra cui il desametasone, un cortisteroide consigliato solo per i casi Covid gravi, come da linee guida dell'Oms.
Se fosse stato curato in Italia, Trump sarebbe stato sottoposto a due tamponi e chi lo avesse avuto in cura avrebbe comunicato la negatività dei test effettuati, definendolo semplicemente guarito e non ricorrendo ai sofismi della retorica per dare una notizia che, nella sostanza, dovrebbe essere banale... specie in una nazione come gli Stati Uniti in cui la comunicazione, specie se deve arrivare a tutta la popolazione, è sempre molto stringata, diretta e il più possibile intelligibile da chiunque.
Pertanto, dopo quanto dichiarato dal dottor Conley, in quanti sarebbero disposti ad avvicinare Trump adesso?