All'inizio del mese di giugno, quattro missili di provenienza francese sono stati scoperti dalle forze di Al-Sarraj in una base tenuta fino a poco tempo prima dalle milizie fedeli al generale Khalifa Haftar.

I missili in oggetto sono dei Javelin, fabbricati negli Stati Uniti, che, come ammesso anche dalla stessa Francia, possono essere utilizzati contro carri armati e altri veicoli pesanti.

Dove sta il problema se in una guerra una delle due parti in causa utilizza missili francesi? Nel fatto che, in relazione alla Libia, esiste un embargo per la vendita di armi da parte delle Nazioni Unite che è in vigore sin dal 2011 e che la Francia, membro permanente del Consiglio di sicurezza, dovrebbe essere tra i primi a rispettare.

Il Governo francese ha dichiarato di non aver inviato armi ad Haftar e che i missili che sono stati scoperti erano destinati per scopi difensivi a supporto di missioni di intelligence e antiterrorismo e che, oltretutto, erano danneggiati e inutilizzabili e per questo erano temporaneamente stoccati presso il deposito dove sono stati rinvenuti, in attesa di essere distrutti.

La Francia, va però ricordato, è accusata di supportare di nascosto le forze del generale Haftar nella conquista di Tripoli, che non è ancora avvenuta solo perché a supporto dei militari del governo di Al-Sarraj si sono schierate le milizie di Misurata che, ad ora, non hanno interesse a veder mutato l'attuale assetto della Libia.