Senza quorum i referendum di Salvini. A Palermo vince Lagalla, ma il risultato è falsato dal caos creato dalla rinuncia di alcuni presidenti di seggio
La notizia sicura è che i 5 quesiti referendari sulla giustizia promossi da Salvini e Radicali non hanno raggiunto il quorum... e non per poco, visto che alle urne per votarli si è recato il 20,95% degli elettori, ma solo perché in alcune province si votava anche per le amministrative, altrimenti l'affluenza sarebbe stata anche minore.
Una debacle che fantozzianamente può essere definita megagalattica per i promotori e, in primis, per Matteo Salvini che ha trasformato i quesiti referendum in una battaglia politica. E a rendere persino più eclatante la sconfitta, le prime grottesche dichiarazioni di alcuni leghisti che si compiacciano del fatto che comunque nelle schede inserite nelle urne i Sì abrogativi sono in maggioranza.
Anche l'affluenza alle amministrative è stata scarsa con il 55,93% dei votanti. Gli scrutini si terranno a partire dal pomeriggio di lunedì, ma per alcune città sono stati fatti degli exit poll dalla Rai che hanno dato i seguenti risultati:
a Genova risulterebbe eletto il candidato Marco Bucci (centro-destra) con una forchetta tra il 51-55%, seguito da Ariel Dello Strologo (centrosinistra) con il 36-40%;
a Catanzaro il candidato Valerio Donato (Fi-Lega) raggiunge una forchetta del 40-44%, seguito da Nicola Fiorita (Pd-M5s) con il 31-35%;
a Parma il candidato Michela Guerra (centro-sinistra) raggiunge una forchetta del 40-44%, seguito da Pietro Vignali (centro-destra) con il 19-23%;
a L'Aquila il candidato Pierluigi Biondi (centro-destra) raggiunge una forchetta del 49-53%, seguito a distanza da Stefania Pezzopane (centrosinistra) con il 23-27%;
a Verona il candidato Damiano Tommasi (centro-sinistra.) raggiunge una forchetta del 37-41%, seguito da Federico Sboarina (centro-destra) con il 27-31%;
Infine a Palermo il candidato Roberto Lagalla (centrodestra) raggiunge una forchetta del 43-47%, mentre il candidato di centrosinistra Franco Miceli non è andato oltre il 27-31%. In base alla legge regionale della Sicilia, Lagalla sarebbe nominato sindaco di Palermo.
Ma a Palermo, chissà per quale motivo, in alcuni seggi della città sono improvvisamente mancati i presidenti, creando caos, ritardi e come conseguenza che molti elettori che molti elettori che erano andati a votare se sono tornati a casa senza farlo... e non sono ritornati.
"E' gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l'insediamento, ovvero abbia rinunciato all'incarico, ritardando l'avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese".
Questo è quanto ha dichiarato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Nel caso in cui nelle precedenti elezioni nei seggi in cui i presidenti sono mancati il voto sia andato al centrosinistra, allora la rinuncia improvvisa dei presidenti acquisterebbe un significato ulteriormente preoccupante.