Russia for Putin. Presidente a vita e divieto costituzionale matrimonio gay
Russia for Putin. Presidente a vita e divieto costituzionale matrimonio gay. Il Presidente della Federazione russa, Vladimir Putin ha vinto il Jackpot 'presidenziale'.
Come riporta Interfax, la Commissione elettorale Centrale ha annunciato che il 77,92% degli aventi diritto si è espresso a favore della nuova Costituzione russa, fortemente voluta dallo stesso Putin.
Una maggioranza schiacciante che ha deciso di consegnare la Russia nelle mani dell’attuale Presidente Vladimir Putin e fino al 2036.
L’emendamento che permette a Vladimir Putin di Governare a vita la Russia non è l’unico elemento controverso contenuto nella nuova Costituzione. Un altro punto che mina la Democrazia interna è quello che si riferisce alla prevalenza del Codice russo su tutti i trattati internazionali. Nello specifico le sentenze emesse, ad esempio dalla Corte Europea dei Diritti Umani non avranno valore giuridico se in contrasto con la legislatura russa. Un duro colpo a chi lotta in difesa dei diritti civili nel territorio della Federazione Russa.
Non solo, adesso la Russia (Oltre alla Legge contro la propaganda LGBT+) è diventata a tutti gli effetti, una Nazione Omofoba di Stato grazie all’inserimento della definizione ‘di matrimonio inteso come unione fra un uomo e una donna’ vietando di fatto ogni possibilità di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Nulla è stato lasciato al caso dal Cremlino pur di blindare la vittoria referendaria.
Ad esempio, si è votato per l’intero pacchetto, semplicemente barrando le caselle del ‘Si’ e del ‘No’ e non sui singoli articoli di modifica. Stratagemma utilizzato per evitare bocciature scomode di modifiche altrettante scomode.
Inoltre, il Comune di Mosca e altre Regioni hanno favorito il voto garantendo dei ‘premi’ in formato di 2 milioni di voucher da spendere in beni e servizi a tutti i cittadini che si recavano a votare. Alcuni Governatori hanno messo in palio anche delle auto pur di incoraggiare il voto.
Naturalmente non sono mancate le denunce di violazione e brogli come le segnalazioni di pressioni fatte dalle grandi Holding e dalle Amministrazioni pubbliche nei confronti dei loro dipendenti per votare ‘Si’ al Referendum.
Naturalmente il Cremlino ha bollato il tutto come ‘Fake News’.
Il Presidente della Russia Vladimir Putin con la vittoria al Referendum è ufficialmente divenuto il Padre-Padrone dei Russi, cosa non riuscita neppure a suo tempo a Stalin.