«Nel contesto internazionale caratterizzato da gravi minacce alla pace e alla stabilità del nostro continente, mi è grato riaffermare, in occasione del 161° anniversario della sua costituzione, la gratitudine verso una Forza Armata protagonista nella storia della unificazione del Paese e parte importante nella gestione della sicurezza della Repubblica, nei molteplici impegni sviluppati a livello internazionale in aderenza alle decisioni del Parlamento.La politica di difesa incardinata nella nostra Costituzione sottolinea la vocazione alla pace dell'Italia, testimoniata dalla partecipazione agli organismi multilaterali e alle alleanze internazionali a cui ha aderito dopo la Liberazione.In essa, l'Esercito, con le capacità professionali e operative delle sue donne e dei suoi uomini, si propone come componente efficace del nostro strumento militare, al servizio della causa della Repubblica e nell'ambito delle responsabilità proprie alla comunità internazionale.In questa giornata, rivolgendomi agli uomini e alle donne della Forza Armata e al personale civile che in essa opera, desidero esprimere l'apprezzamento per l'attività svolta, sia nel concorso alla sicurezza interna nel presidio territoriale atto a prevenire attacchi di matrice terroristica, sia nelle missioni all'estero a tutela dei valori di libertà e democrazia propri dell'Alleanza Atlantica, sia nelle missioni di mantenimento della pace nelle zone più martoriate del mondo, sia, infine, nell'operare, a fianco del Servizio Sanitario Nazionale, per contrastare gli effetti della pandemia...»
Questo il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata, Pietro Serino, in occasione del 161° anniversario dell'Esercito Italiano.
A guardar bene, quelle di Mattarella sono parole su cui qualcuno potrebbe aver qualcosa di ridire, proprio in funzione dell'intervento dei nostri militari in missioni che di pacifico e di difensivo non avevano proprio nulla... anche a livello internazionale.
Ma di ipocrisia vive l'uomo, e ancor di più il politico. Così oggi le democrazie occidentali supportano la difesa dell'Ucraina contro l'invasore russo inondando Kiev di armi di ogni tipo, mentre fanno l'esatto contrario in Medio Oriente, dove chi ha invaso un territorio che continua ad occupare da quasi 60 anni viene supportato con finanziamenti ed armi, mentre chi è stato invaso deve continuare ad esserlo difendendosi con le fionde, mentre se lo fa con i razzi di Qatar e Iran, allora è un terrorista.
Forse mantenendo una certa coerenza nelle decisioni, anche gli amministrati di un Paese democratico inizierebbero ad avere le idee più chiare su quando e quanto una guerra possa esser ritenuta, se non giusta, almeno necessaria e fino a che punto un Paese possa o debba sostenerla... perché così dire "Viva l'Esercito Italiano, viva le Forze Armate, viva la Repubblica" sarebbe più credibile e facile per tutti.