Con la speranza di molti di noi, per una vittoria del No al referendum costituzionale, il progetto di Silvio Berlusconi, dopo lunga attesa, avrà la possibilità di andare in porto.
Il Cavaliere potrà, finalmente, unirsi in matrimonio (politicamente si intende) con Renzi, alla luce del sole, e così governare sino alla scadenza naturale della legislatura. Sino alle prossime elezioni, nel 2018.
E durante questa unione, i due leader, potranno utilizzare tutta la potenza di fuoco di cui dispongono, per sbaragliare le opposizioni e tutti coloro che vorranno mettersi di traverso. E così metteranno le basi per un sodalizio di ferro.
Essendo Berlusconi, alquanto avanti con gli anni, lascerà in eredità, al figlio acquisito,Matteo, il timone di Forza Italia, incluso la disponibilità di tutti i sudditi del partito, da Alfano a Verdini, che già ora sono in comodato d'uso, da Brunetta alla Gelmini per citarne solo alcuni. Non mi è dato di sapere se l'onorevole Razzi sarà della partita.
Non è fantapolitica, è sano realismo.
I poteri forti, cioè la Troika, non vedrebbero di buon occhio (tanto per fare un eufemismo) un paese sotto elezioni, nel breve periodo, in seguito ad una eventuale sconfitta di Renzi per via del referendum.
Con il rischio che una "banda" di incontrollabili, come il M5S, possa prendere il potere. E allora, meglio il Cavaliere, che dà garanzie per il mantenimento dello status quo nel paese, un Cavaliere che non mette in discussione l'Unione Europea (solo per boutade politica), all'Euro ci tiene, è filoamericano. Non dimentichiamo che al Parlamento europeo i berlusconiani siedono accanto alla "culona" della Mekel.
E poi, ci sarebbe il giovane baldo, ex sindaco di Firenze, che garantirebbe alla Troika, che il Cavaliere non vada fuori dal seminato. Una specie di tutore.
Questo è un immaginario, ma possibile, scenario politico. Non c'è da essere contenti.
La sola speranza che questo possibile connubio possa terminare, è che i partiti di opposizione utilizzino questo periodo, da ora sino alle prossime elezioni, per dare un immagine all'elettorato di serietà (incluso di onestà) e capacità, basandosi su un'offerta politica concreta.
Il M5S deve, per esempio, ristrutturarsi, creare un vero proprio partito. Mi perdonino i Cinque Stelle, ma non possono continuare a dare l'impressione di andare all'attacco con la baionetta, alla rinfusa.
Il movimento di Grillo deve prima di tutto pensare ad una sua struttura interna, che sappia definire una organizzazione con regole precise. Che sappia dare una linea politica chiara. Che sappia dare delle risposte rapide ogni volta che man mano sorgono delle necessità. Francamente è imbarazzante che un leader dei Cinque Stelle, debba aspettare il responso del web per sapere cosa dire o cosa fare.
La lega Nord, se non esce dal suo ghetto, rischia di rimanerci per sempre, senza arrivare da nessuna parte. Del resto, in ventisette anni di storia , non ha concluso granché. Se poi si avverasse quanto sopra, i leghisti perderebbero l'unico alleato storico che li ha portati a governare, solo che questa volta rimarrebbero soli. Sedotti e abbandonati.