Erano circa 30 mila le persone presenti presso il Bahrein National Stadium, giunte anche da Kuwait, Qatar e Arabia Saudita, che hanno assistito alla Messa per la pace e la giustizia celebrata da papa Francesco in occasione del viaggio apostolico nel regno del Bahrein.

Nell'omelia, richiamandosi al profeta Isaia, Francesco ha ricordato che il potere di Cristo è l'amore.

"E anche a noi Egli conferisce lo stesso potere, il potere di amare, di amare nel suo nome, di amare come ha amato Lui. Come? In modo incondizionato: non soltanto quando le cose vanno bene e ci sentiamo di amare, ma sempre; non soltanto nei riguardi dei nostri amici e vicini, ma di tutti, anche dei nemici. Sempre e a tutti".

Ma è possibile amare sempre e amare tutti?

"... lo sguardo di Gesù è concreto; non dice che sarà facile e non propone un amore sentimentale o romantico, come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità. Gesù non è irenico, ma realista: parla esplicitamente di «malvagi» e di «nemici» (Mt 5, 38.43). Sa che all'interno dei nostri rapporti avviene una quotidiana lotta tra amore e odio; e che anche dentro di noi, ogni giorno, si verifica uno scontro tra la luce e le tenebre, tra tanti propositi e desideri di bene e quella fragilità peccaminosa che spesso prende il sopravvento e ci trascina nelle opere del male. ... Dunque – dice Gesù – esistono conflitti, oppressioni e inimicizie".

Che cosa fare quando ci troviamo a vivere situazioni del genere?

"La proposta di Gesù è sorprendente... Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell'amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico. La semplice reazione umana ci inchioda all'«occhio per occhio, dente per dente», ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del male ricevuto. Gesù osa proporci qualcosa di nuovo, di diverso, di impensabile, qualcosa di suo: «Io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra» (v. 39). Ecco che cosa ci domanda il Signore: non di sognare irenicamente un mondo animato dalla fraternità, ma di impegnarci a partire da noi stessi, cominciando a vivere concretamente e coraggiosamente la fraternità universale, perseverando nel bene anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore". "... E non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve “disinnescare”, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Serve restare nell'amore, sempre: è la via di Gesù per dare gloria al Dio del cielo e costruire la pace in terra. Amare sempre".

Amare tutti.

"... se si appartiene alla stessa famiglia o alla stessa nazione, se si hanno le stesse idee o gli stessi gusti, se si professa lo stesso credo, è normale cercare di aiutarsi e di volersi bene. Ma che cosa succede se chi è lontano si avvicina a noi, se chi è straniero, diverso o di altro credo diventa nostro vicino di casa? Proprio questa terra è un'immagine viva di convivialità delle diversità, del nostro mondo sempre più segnato dalla permanente migrazione dei popoli e dal pluralismo di idee, usi e tradizioni. È importante, allora, accogliere questa provocazione di Gesù: «se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?» (Mt 5,46). La vera sfida, per essere figli del Padre e costruire un mondo di fratelli, è imparare ad amare tutti, anche il nemico: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano» (vv. 43-44). Ciò, in realtà, significa scegliere di non avere nemici, di non vedere nell'altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare. Amare il nemico è portare in terra il riflesso del Cielo, è far discendere sul mondo lo sguardo e il cuore del Padre, che non fa distinzioni, non discrimina, ma «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (v. 45)".

"... è l'essenziale per il cristiano, saper amare come Cristo. Amare è il dono più grande, e lo riceviamo quando facciamo spazio al Signore nella preghiera, quando accogliamo la sua Presenza nella sua Parola che ci trasforma e nella rivoluzionaria umiltà del suo Pane spezzato. Così, lentamente, cadono le mura che ci irrigidiscono il cuore e troviamo la gioia di compiere opere di misericordia verso tutti. Allora capiamo che una vita beata passa attraverso le beatitudini, e consiste nel diventare operatori di pace (cfr Mt 5,9)".