Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE, ha spiegato il nuovo modello organizzativo per lo sviluppo di soluzione tecnologiche per la transizione energetica. Ogni strada che è possibile percorrere è fondamentale per la sostenibilità, tra cui quella dell’idrogeno circolare, tramite la valorizzazione dei rifiuti. 


Fabrizio Di Amato: nuova organizzazione per il Gruppo MAIRE
 
Fin dal 2013 è stato azionista e partner industriale di MAIRE, ora Yousef Al Nowais di Arab Development Company ha siglato il suo ingresso in NextChem, società del Gruppo. “Si tratta di un ulteriore snodo del percorso di valorizzazione di NextChem che è al centro della riorganizzazione annunciata a fine ottobre”, ha spiegato Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE. L’entrata dell’emiratino servirà a dare maggiore spinta a NextChem nei territori del Medio Oriente. Per allinearsi allo scenario energetico volto alla decarbonizzazione degli impianti vecchi e nuovi, il Gruppo ha messo in campo un piano decennale fino al 2033, per questo motivo, per Fabrizio Di Amato, è stato necessario un nuovo modello. “Abbiamo puntato su un modello divisionale con due brand distinti (Tecnimont e NextChem) per differenziare due mondi che sono diversi, quanto a processi e skill, ma che poi lavorano a fianco a fianco nell’esecuzione dei progetti perché la business unit delle tecnologie è complementare all’altra. Inoltre, la riorganizzazione ci ha permesso di avere una maggiore focalizzazione sui progetti e di implementare molte delle cose che facciamo, riuscendo altresì ad attrarre molti più giovani che hanno una sensibilità elevatissima sulla transizione energetica”, ha chiarito Fabrizio Di Amato.


Fabrizio Di Amato: le strade per la sostenibilità

L’esecuzione della strategia è stata divisa tra la business unit (Tecnimont) Integrated E& Solutions e la business unit Sustainable Technology Solutions, con a capo a NextChem. La prima si occuperà di gestire e realizzare il grosso numero di progetti energetici. La seconda avrà il compito di integrare le proprie tecnologie proprietarie per appoggiare i clienti nei settori di decarbonizzazione dell’industria, ovvero quello dei fertilizzanti, dell’idrogeno, dei prodotti chimici, dei carburanti circolari e dei polimeri. Anche NextChem è stata riorganizzata in tre linee di business: sustainable fertilizers, low carbon energy vectors e circular solution, sotto la nuova guida del CEO Fabio Fritelli. Per Fabrizio Di Amato è fondamentale “la necessità di perseguire tutte le soluzioni tecnologiche per poter garantire la sostenibilità economica dei progetti e assicurare importanti ricadute dal punto di vista occupazionale”. Anche l’idrogeno rientra tra le strade per la sostenibilità, Maire ha intenzione sia di produrre idrogeno da rinnovabili, sia di puntare su quello circolare attraverso i rifiuti municipali e speciali. “In Italia ci sono 16 milioni di tonnellate di rifiuti che non sono valorizzati perché finiscono in discarica, più circa 5 milioni che oggi esportiamo all’estero, con costi considerevoli per le amministrazioni pubbliche e i cittadini. Ebbene, noi potremmo andare a intercettare quei 21 milioni di tonnellate di rifiuti totali per produrre 2,1 milioni di tonnellate di idrogeno circolare. E, se consideriamo che l’Europa consuma attualmente oltre 8 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno, questo ci consentirebbe di aumentare la produzione nazionale diventando uno dei primi produttori nel Vecchio Continente, a costi sensibilmente più bassi”, ha concluso Fabrizio Di Amato.