Il Presidente del Consiglio europeo, Tusk, riepilogando le decisioni del vertice che si è concluso venerdì, in merito alla Brexit ha detto che tutto è nelle mani della Gran Bretagna.
Gli altri 27 Paesi membri dell'Ue, infatti, hanno deciso di far slittare la data della scadenza della Brexit dal 29 marzo al 22 maggio, in cambio però di un voto a sostegno dell'accordo già siglato dalla May con Bruxelles da parte della Camera dei Comuni.
In caso contrario, il Regno Unito avrà tempo fino al 12 aprile per elaborare un nuovo piano. La scadenza del 30 giugno, in precedenza ipotizzata dalla premier britannica, non è stata accettata per non creare confusione con lo svolgimento delle elezioni europee.
Nel caso l'accordo della May dovesse ricevere un'ulteriore bocciatura, tutte le opzioni sulla Brexit sarebbero sul tavolo, anche se la premier ha escluso la revoca dell'articolo 50 (che annullerebbe la Brexit), aggiungendo che sarebbe sbagliato far votare i britannici per il rinnovo del Parlamento europeo tre anni dopo aver votato per lasciare l'UE.
Però, dato che il Governo si è impegnato con il Parlamento a non permettere una Brexit senza accordo (anche se forse tale opzione è da considerarsi valida solo fino al 29 marzo), difficile poter scartare fin d'ora l'ipotesi che il Regno Unito non si veda costretto a partecipare alle europee di maggio, nel caso fosse necessario un prolungamento della data di scadenza.
Theresa May dall'inizio del 2019, al di là delle giustificazioni che le possono essere concesse in relazione al problema di dover tenere aperto il confine tra le due Irlande, ha cercato di gestire la Brexit per "ricattare" il Parlamento con l'imminenza della data di scadenza del 29 marzo. Ma se i parlamentari finora non si sono lasciati convincere, è difficile credere che possano cambiare idea adesso.
E a conferma di ciò le dichiarazioni di Nigel Dodds, leader in seconda del DUP, il partito unionista dell'Irlanda del Nord, che non vede grandi novità o passi avanti per un accordo in base a quanto ottenuto dalla May in Europa.
L'incertezza su quello che accadrà in futuro, pertanto, rimane anche oggi la stessa, rispetto ai giorni precedenti. Inoltre, sul voto della prossima settimana pesa anche la decisione dello speaker dei Comuni, John Bercow, che ha dichiarato che non è ammissibile presentare nuovamente una mozione che il Parlamento ha già votato.