Commercialisti e Lombardia Film Commission: la pazienza di Salvini o la pazienza degli italiani?
La Lega Nord di Bossi ha ricevuto dallo Stato senza averne titolo, in base a false dichiarazioni, 49 milioni di euro. Alla Lega di Salvini è stato chiesto di restituirli, ma ha risposto che sono stati spesi in attività di partito, senza fornire però alcuna documentazione al riguardo. Per questo, la Lega di Salvini dovrà restituire quei soldi nei prossimi anni, anzi nei prossimi decenni.
La stessa Lega di Salvini, in tema di finanziamento al partito, dopo che quello pubblico è stato cancellato, sembra però essersi attivata con altri mezzi come parrebbe dimostrare la vicenda legata all'acquisto di un immobile destinato all'uso della Lombardia Film Commission, fondazione non-profit i cui soci sono Regione Lombardia e Comune di Milano.
In pratica, un capannone è stato venduto alla Lombardia Film Commission che lo avrebbe pagato il doppio del suo valore. L'operazione vede coinvolti un prestanome, tre commercialisti legati alla Lega e un giro di denaro da e per conti esteri verso Paesi noti per non essere così trasparenti nella gestione di conti bancari. Secondo quanto riporta oggi un articolo del nuovo quotidiano Domani, il commercialista arrestato per quella vicenda avrebbe trasferito i soldi della compravendita o parte di essi (quelli legati alla sopravvalutazione dell'immobile) alla Lega, che li avrebbe utilizzati per la campagna elettorale del 2018.
Una notizia di non poco conto, ma di cui, secondo il segretario leghista non si dovrebbe parlare.
Ieri, come suo solito, Salvini era ospite in tv su La 7 nella trasmissione di Martedì condotta da Floris, ma a differenza di quanto gli accade in altre occasioni, chi lo intervistava lo ha fatto pretendendo che Salvini rispondesse alle domande che gli venivano poste, tra cui quella che riguardava il fatto di cronaca legato alla vicenda dei commercialisti del carroccio.
Salvini, come suo solito, ha detto che lui giura sulla loro onestà, che della vicenda non sa nulla e che gli argomenti di cui si doveva parlare e che interessano agli italiani sono altri e ben più importanti. Floris, Carofiglio e De Gregorio - le persone che cercavano di intervistarlo - hanno provato a spiegargli che quella era un'intervista e non un comizio e che in un'intervista si risponde nel merito alle domande che vengono poste e non si risponde parlando d'altro.
Un concetto che Salvini non ha capito o ha fatto finta di non capire, perché probabilmente l'imbarazzo sulla vicenda della Lombardia Film Commission deve essere enorme.
Il Salvini pensiero vuol promuovere un partito che vuol far credere agli italiani di avere al centro dei propri interessi le famiglie, le aziende e loro problemi. Ma se la Lega è realmente questa e se i suoi interessi sono realmente legati a quelli delle famiglie e delle aziende, perché allora essere così reticenti sulla vicenda dei 49 milioni, sulla vicenda di Savoini e, adesso, sulla vicenda che interessa tre commercialisti legati alla Lega e la Lombardia Film Commission?
Se Salvini non ha nulla da nascondere dovrebbe essere il primo, come possibile parte lesa, a voler chiarire ciò che chiaro al momento non è. Invece...