Comunicato 01.11.2020
La S.S. Lazio comunica che tutti i tamponi ripetuti nella giornata di ieri, in ottemperanza alle disposizioni normative applicabili, hanno confermato la negatività del gruppo squadra.
Comunicato 03.11.2020
In relazione alle notizie stampa apparse sui diversi organi di informazione, si comunica che la S.S. Lazio è in stretto contatto con le autorità statali e con le istituzioni sportive nazionali e internazionali con le quali dialoga da diversi giorni nel rispetto delle norme e dei protocolli applicabili.I test svolti nella giornata di ieri per la competizione europea hanno confermato la positività di alcuni componenti del gruppo squadra che risultano essere già in isolamento.Contestualmente la scrivente società, che continua a monitorare periodicamente i propri tesserati attraverso qualificati laboratori, ha rilevato possibili criticità in relazione ai risultati ottenuti dall’organizzazione europea e, in un clima di piena collaborazione e di tutela della salute dell’intero gruppo e della più ampia comunità, sta valutando le singole posizioni di alcuni tesserati.Resta fermo che qualsiasi decisione sul tema sarà condivisa con l’UEFA anche per il tramite della FIGC.In ogni caso si raccomanda la comunità sportiva alla massima cautela nella divulgazione di notizie prive di fondamento e riscontri che potrebbero ledere il diritto alla privacy e di immagine della scrivente società e dei propri tesserati.
Nonostante la quotazione in borsa, la Lazio non ha pubblicato altri comunicati stampa relativi alla situazione contagi Covid di staff e, soprattutto, squadra.
E, pertanto, non ha spiegato con chiarezza perché abbia fatto giocare in campionato calciatori positivi al gene N, esclusi invece dalla Uefa in Champions, fatto che ha scatenato il malumore di gran parte dei presidenti e dei dirigenti di Serie A, sia in termini di equità che in termini di responsabilità, in un momento così delicato per il Paese.
Sulla questione, la Gazzetta dello Sport ha interpellato il CTS per fare chiarezza su questo punto. Al quotidiano sportivo, ha risposto la professoressa Giovannella Baggio, titolare della prima cattedra di Medicina di genere in Italia, in questi termini:
«Nelle nostre linee guida non c’è distinzione tra debolmente positivo e positivo. Se da un tampone molecolare emerge una positività, di qualsiasi livello, il paziente è positivo e va isolato per 10 giorni».
E su quanto accaduto in casa Lazio, adesso è la FIGC che vuole vederci chiaro, investigando su che cosa si sono detti ASL e Lazio dopo le prime segnalazioni di positività di alcuni giocatori biancocelesti.
Sempre, secondo quanto riferito dalla Gazzetta, "la Asl Roma 1 ha avuto con la Lazio soltanto interlocuzioni telefoniche. Alle telefonate non ha fatto però seguito alcuna comunicazione formale relativa ai casi di positività. La Asl a quel punto non ha potuto disporre alcun tipo di mappatura dei contatti del positivo, così come previsto dalla legge e dal protocollo FIGC".
Pertanto, Lazio, nel senso di dirigenza, e staff medico biancoceleste adesso avranno alcuni chiarimenti da fornire e, nel caso non fossero convincenti, non sono escluse sanzioni e penalizzazioni.