E' un tedesco di origini iraniane di 18 anni, di cui la polizia non ha ancora comunicato le generalità, l'autore della sparatoria di Monaco, in cui sono state uccise nove persone, soprattutto giovani, e altre 27 sono rimaste ferite. Non si conoscono le motivazioni del suo gesto.
Tutto è cominciato alle 17 e 52 di venerdì 22 giugno in un McDonald's nella zona a nord della città, dove il giovane, armato di pistola, ha cominciato a sparare alle persone che uscivano. Ha poi attraversato la strada, è entrato nel vicino centro commerciale Olympia e ha di nuovo incominciato a sparare a casaccio attorno a sé, per salire poi sul tetto dell'edificio.
Si è poi allontanato e, secondo quanto hanno fatto sapere da fonti della polizia, si è ucciso sparandosi alla testa, a poca distanza da dove è avvenuto il fatto, dopo uno scambio di colpi con agenti in borghese.
Inizialmente, si riteneva che a sparare fossero state tre persone con fucili automatici, come avevano riferito alcuni testimoni, che evidentemente nell'eccitazione del momento avevano scambiato degli agenti per i sospetti responsabili.
Le forze dell'ordine hanno perquisito un appartamento, presumibilmente quello dei genitori, con i quali il ragazzo si ritiene vivesse. Al termine della perquisizione, iniziata alle due del mattino, gli agenti sono usciti portando via del materiale dentro diverse scatole di cartone. Alcuni vicini, intervistati dai giornalisti, hanno definito il giovane iraniano come un tipo piuttosto tranquillo.
La vicenda si è sviluppata in un continuo crescendo che ha gettato nel caos l'intera città di Monaco, con il blocco della metropolitana e del trasporto pubblico di superficie. E' stata chiusa ed evacuata anche la stazione centrale.
La polizia, che ancora sospettava che i responsabili della sparatoria fossero tre, nel timore che ci potessero essere altre vittime, ha invitato la popolazione a non uscire di casa e quanti si trovavano in prossimità del luogo dove sono avvenuti i fatti a non rimanere in strada e a rifugiarsi negli edifici vicini.
Le forze di polizia hanno tenuto informati minuto per minuto gli abitanti di Monaco attraverso Twitter. E sempre su Twitter è scattata una gara di solidarietà sotto l'hashtag #offeneTür, con molte persone che si sono offerte di ospitare quanti, a seguito del blocco dei trasporti, non erano in grado di raggiungere le loro case.