Dell'incontro tra Macron e Conte al Consiglio europeo, in Francia non se ne è interessato nessuno. La Brexit è l'unico tema di cui si parla.

Il bilaterale Italia-Francia ha interessato solo l'Italia, in relazione alla polemica sul sì o sul nì (da escludere ormai il no, viste anche le dichiarazioni degli stessi 5 Stelle) al Tav tra Torino e Lione.

Ieri sera il presidente francese Macron aveva anticipato la questione in termini che non lasciavano spazio a dubbi:

«La Francia ha sempre avuto la stessa posizione, questo ora è un problema italo-italiano. Io considero che i temi europei siano già sufficientemente importanti: la Cina, su cui ritorneremo domani, le questioni commerciali e industriali, su cui ci sono dei progressi importanti in questo Consiglio... il nostro avvenire comune.

Ma credo che ogni volta che si prendano in esame dei temi di divisione nazionale o interna di un Paese nel Consiglio europeo, si finisca per perdere del tempo: e io non ho tempo da perdere».

Con queste premesse, è apparso poco credibile, se non forse patetico, il riassunto che quest'oggi il premier Giuseppe Conte ha dato del colloquio da lui avuto con il presidente francese Macron.

"È stato un buon e proficuo incontro. Abbiamo anche parlato di Tav, abbiamo condiviso un metodo, riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti, Toninelli e Bourne.

Il tono apparentemente irritato di Macron sulla Tav ieri sera - ha proseguito Conte - era dettato dalla volontà di non farsi coinvolgere in un dibattito politico. Mi ha spiegato che siccome ha visto che in Italia le forze politiche sono molto coinvolte e hanno preso posizioni diametralmente opposte, voleva evitare di lasciarsi coinvolgere in un dibattito politico interno... per evitare la pressione che già gli stavate trasmettendo voi giornalisti".

Mentre l'Italia del cambiamento è impegnata a districarsi nei problemi di alleanza tra 5 Stelle e Lega, a rappresentare gli interessi dell'Europa (di tutta l'Europa e non di Francia e Germania) nel colloquio previsto la prossima settimana all'Eliseo con il presidente cinese Xi Jinping in cui si parlerà di commercio e clima, oltre al padrone di casa Macron, ci saranno il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

L'Italia del cambiamento, nonostante il settore manifatturiero del nostro Paese sia secondo solo alla Germania, non è stata invitata al tavolo... ed a buon diritto, visto che il capo del Governo, che si definisce, egli stesso,  solo un mediatore, non è altro che un burattino che si deve barcamenare tra i litigi di due mezze cartucce del calibro di Di Maio e Salvini. Quindi, che garanzie potrebbe mai dare uno come Conte? Nessuna.

Per questo motivo, il ruolo che il "cambiamento" ha assegnato all'Italia in ambito internazionale è praticamente pari a zero.