Nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri del 9 aprile sarebbe stata discussa la questione delle chiusure delle scuole per feste religiose come il Ramadan. Lo ha riportato l'Ansa, precisando che il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, avrebbe illustrato la proposta ai colleghi, aggiungendo di essere al lavoro su una "soluzione", introducendo un provvedimento per evitare che le scuole autorizzino assenze legate a festività religiose non riconosciute dallo Stato.
Che non fosse una notizia campata in aria, ne è arrivata conferma dallo stesso Valditara in una dichiarazione rilasciata ieri, dal palco della Festa della Lega a Varese (per i 40 anni dalla fondazione):
"È in dirittura d’arrivo un provvedimento - ha detto il ministro - in modo che non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato".
L'assurdità di tale decisione fa seguito alla logica iniziativa di una scuola di Pioltello che nel maggio dello scorso anno (!!!), viste le esperienze precedenti a causa dell'alto numero di studenti di religione musulmana, aveva deciso per la fine del Ramadan di quest'anno di chiudere la scuola sfruttando uno dei giorni di vacanza da poter sfruttare in piena autonomia, lasciati dal ministero a disposizione degli istituti.
Nella stessa occasione, anche il segretario della Lega non voleva essere da meno del ministro in questa folle corsa all'ottusità, così poco dopo Matteo Salvini, dallo stesso palco, ha tuonato:
"Ha fatto bene Valditara a dire che anche le scuole italiane non possono aprire al fanatismo islamico, che è il vero pericolo del 2024. ... Fino a che l’Islam non riconoscerà alle donne gli stessi diritti garantiti agli uomini a casa mia sarà un problema".
Che ci sia gente di tale ingegno in circolazione per l'Italia non sarebbe un problema. Il problema, enorme, è che gente simile ricopra degli incarichi ministeriali.
Questo il commento di Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL:
"L'annuncio del ministro Valditara di un provvedimento che impedirà la chiusura di una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato rappresenta l'ennesima misura ad uso e consumo della campagna elettorale. Non conosciamo i contenuti di questo provvedimento, ma se il riferimento è al caso di Pioltello ricordiamo ancora al ministro che la chiusura è stata decisa (e riconfermata dagli organi collegiali) per motivi organizzativi e didattici - l'assenza di un gran numero di studenti - e non per introdurre una nuova festività.Il punto che ci sembra non sia stato ancora colto è che ogni istituzione scolastica autonoma può decidere durante l'anno scolastico tre giorni di chiusura aggiuntivi e che queste scelte sono deliberate dagli organi collegiali che rappresentano l'intera comunità educante.Prima il tetto agli alunni stranieri, poi questo ulteriore intervento sono quanto di meno necessario alle nostre scuole e quanto di più distante dalla loro realtà. Le scuole italiane sono luoghi di inclusione e senza discriminazioni come recita la Costituzione italiana: sarebbe bene che tutti lo ricordassero".