"... Affermo, innanzitutto, sul mio onore, che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che, anzi, per scrupolo, ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi in proposito. E così mi è stato confermato. Ho anche estratto il certificato dei carichi pendenti, in cui risulta che non ci sono annotazioni per qualsivoglia procedimento nei miei confronti".

Così, ieri pomeriggio, la ministra del Turismo Daniela Santanchè aveva iniziato al Senato il suo discorso per rispondere sui fatti elencati in un servizio di Report. Ma l'avviso di garanzia di cui parlava il Domani era però reale, così nel giro di qualche ora Santanchè, dal sito del ministero, pubblicava la seguente nota:

"Il Ministro Daniela Garnero Santanchè apprende, da comunicati stampa diffusi in data odierna che farebbero riferimento ad informazioni ricevute da fonti interne dalla Procura della Repubblica di Milano, che risulterebbe iscritta nel registro degli indagati (sebbene ciò non risultasse dal certificato a suo tempo estratto nel mese di dicembre 2022). Dai comunicati risulterebbe che tale informazione sarebbe stata resa disponibile ai mezzi di informazione, a seguito della de-secretazione del relativo fascicolo, de-secretazione avvenuta trascorso il periodo di legge di tre mesi dall’inizio delle indagini. In altre parole, la de-secretazione sarebbe stata disposta intorno al mese di gennaio/febbraio 2023, mentre la stessa notizia – mai ricevuta dall'interessata – sarebbe stata fornita ai mezzi di informazione, in concomitanza proprio con l'audizione resa oggi in Senato dal Ministro".

Le agenzie riportano che l'iscrizione non è più secretata da mesi come lo era quando il legale della ministra aveva presentato richiesta di conoscere la posizione della sua assistita secondo il modello 335. L'iscrizione sul registro degli indagati è comunque compatibile con il mancato invio di un avviso di garanzia. 

Non solo. Una volta sentite le dichiarazioni della Santanchè, alcuni suoi ex dipendenti di Ki Group l'hanno smentita in una conferenza stampa organizzata al Senato dal Movimento 5 Stelle.

"Non ho nulla contro il ministro Santanchè - ha dichiarato Monica Lasagna -. Per me può fare quello che vuole nella vita. Ho lavorato in quell’azienda per 30 anni. Ho dato le dimissioni a settembre 2022 e a novembre avrei dovuto incassare 44mila euro come ultima parte del tfr. Mi è arrivata la busta, ma il bonifico non è mai arrivato. Per me, lavorare per un senatore era sinonimo di garanzia. Per cui è stato un doppio smacco il fatto di ritrovarmi al 5 di luglio con il bonifico non ancora arrivato. Nel non sentire più nessuno e nel non vedere i soldi... mi sono sentita presa in giro. Ho sentito il ministro, durante il suo intervento, dire che con Ki Group non c’entrava niente. Non entro nel merito, ma so che, per quanto mi riguarda, avevo contatti non dico quotidiani ma quasi con la dottoressa e che buona parte delle cose che andavo a fare erano sotto sue direttive. Avevamo riunioni quindicinali con la forza vendite: ci riunivamo in video call e lei ci dava istruzioni".

 Questo, invece, è quanto ha detto la ex dipendente, anche lei di Ki Group, Raffaella Caputo: "Per noi in amministrazione il riferimento era il figlio di Santanchè, Lorenzo Mazzaro, che per qualsiasi cosa chiamava la mamma per chiedere l’autorizzazione. Noi dovevamo seguire i suoi ordini. Ho lavorato per Ki Group per 22 anni. Anche io aspetto un tfr pari a circa 38mila euro lordi. Noi pensavamo di essere salvate dalla senatrice quando è subentrata nell’azienda, invece c’è stato solo un declino giorno per giorno. La Ki Group purtroppo ha fatto questa fine, era un’azienda leader nel biologico. Una parte di dipendenti è riuscita a recuperare il tfr, mentre a noi, facendo parte dell’amministrazione, prima hanno fatto fare la cassa integrazione, poi ad agosto ci hanno fatto rientrare e ci hanno consegnato la lettera di licenziamento".

Ennio Cecchinato, agente di commercio di Ki Group fin dal 1998: "Avanzo 64mila euro circa. Noi agenti ci siamo trovati di fronte a un buco: facevamo gli ordini e non arrivava la merce, e l’azienda andava giù. Nelle ultime riunioni, soprattutto, la dottoressa Santanchè era presente, noi dovevamo riferire a lei. Queste sono cifre che ci spettano, per il nostro sostentamento. Chiediamo alla dottoressa Santanchè di onorare i suoi doveri". 

Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti della ministra Santanchè. La segretaria dem Elly Schlein ha detto che tale mozione sarà sostenuta anche dal gruppo del Partito Democratico.



Crediti immagine: ministero del Turismo