"Siamo tutti d'accordo che vada fatta una norma che permetta alla struttura commissariale di utilizzare il prestito ponte. Non c'è una decisione politica da prendere".
Questa la dichiarazione di Luigi Di Maio a seguito del vertice notturno a Palazzo Chigi in cui i rappresentanti delle forze di maggioranza che supportano il governo hanno discusso non solo di MES, ma anche della questione Alitalia, cui le parole del capo politico grillino facevano riferimento.
Secondo le indiscrezioni riporate, l'esecutivo guidato da Conte varerà, al massimo entro giovedì, un decreto ad hoc per consentire ai commissari, di far fronte ai problemi di liquidità della compagnia di bandiera, utilizzando i 400 milioni del prestito ponte stanziati con il decreto fiscale.
Questo, nonostante non sia ancora stata finalizzata la cordata per la cessione della ex compagnia di bandiera.
Dei 900 milioni del primo prestito, in cassa ad Alitalia al 31 ottobre sono rimasti 315 milioni, con le perdite che hanno raggiunto la quota di un milione di euro al giorno.
In questo momento i problemi sul tavolo per Alitalia sono aumentati. Il nuovo prestito finirà per diventare oggetto di contenzioso per possibile aiuto di Stato con la nuova Commissione Ue dove continua ad essere presente la stessa commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, mentre la cordata che faticosamente si era riunita - dopo un anno di colloqui - si è vaporizzata e deve essere trovato un altro acquirente con la compagnia che, nel frattempo, deve razionalizzare ancor di più i costi di gestione per diminuire le spese.
Inoltre, il governo valuta la possibilità di vendere Alitalia "a pezzi", cioè separando in società distinte i vari settori operativi, mentre i sindacati sono sul piede di guerra - con uno sciopero previsto per lunedì 13 dicembre, sia perché vogliono garanzie occupazionali sulla compagnia di bandiera (immaginandosi già che il pericolo esuberi si concretizzi sempre di più), sia una seria riforma del settore.