Economia

Allarme mutui a causa del costante aumento del costo del denaro da parte della BCE

In Italia, il settore dei mutui è in allarme per il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE), che a giugno è stato portato al 4% e che a luglio potrebbe ulteriormente incrementare di un quarto di punto.

Questo comporta un aumento delle spese per le famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile o che pensavano di farlo a breve.

Secondo alcune simulazioni, la rata mensile di un mutuo da 150mila euro a 25 anni potrebbe salire di oltre 50 euro, con un aggravio annuo di oltre 600 euro. Per un mutuo da 200mila euro a 20 anni, l'incremento sarebbe di oltre 350 euro al mese e di oltre 4 mila euro all'anno.

Questa situazione potrebbe mettere in difficoltà molti consumatori, soprattutto in un contesto di crisi economica e sociale causata dalle tensioni internazionali.

Il Codacons, l'associazione dei consumatori, definisce il rialzo dei tassi una "mazzata" e invita le famiglie a rivolgersi alla propria banca o a un consulente esperto per valutare soluzioni alternative, come il passaggio al tasso fisso o la surroga del mutuo.

Il valore complessivo dei mutui per l'acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2023, a 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%), ricorda la Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) in un dossier dedicato all'effetto dei rialzi deciso dalla Bce giovedì.

Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell'incidenza negativa dell'aumento dei tassi d'interesse.

Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021-inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono invece cresciute in media del 70-75%.

I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono o potranno risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate.

I nuovi mutui a tasso variabile potrebbero arrivare, a breve, in media, verso il 6% dallo 0,6% di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile sarà di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro. 

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Economia
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