Esiste una tribù nel Rio delle Amazzoni, a Rondonia in Brasile, che non ha il problema di arrivare in ritardo o di ricordare la data di un compleanno o un anniversario, perché? Perché per loro il tempo non esiste, ovvero non esiste il concetto concreto del “tempo”. Molto probabilmente oggi l’ultima cosa che hai fatto è guardare l’orologio per sapere che ore sono o forse hai consultato il vostro calendario per vedere cosa avete ancora in programma oggi.
Per te puo’ essere inimmaginabile un mondo senza orologi o calendari…senza tempo, eppure questa tribù che vive proprio così.
Gli Amondawa non conoscono neanche parole come “tempo”, “settimana”, “mese” o “anno”. Non hanno nessun attrezzo che assomiglia ad un orologio. “Non sono così rigorosi – spiega Sinha – se due membri della tribù devono incontrarsi fanno appuntamenti dicendo cose tipo “ci vediamo nel pomeriggio” o “ci vediamo domani mattina”. Il giorno, infatti, viene diviso per i lavori da fare: alzarsi, lavorare, mangiare, riposo e dormire, è notte “quando è tramontato il sole”.
Gli Amondawa non hanno neanche un calendario, non parlano di stagioni ad esempio, ma si riferiscono ai periodi aridi o piovosi. Non avendo il concetto del tempo, certamente non si contano gli anni, i ricercatori infatti hanno scoperto che nessuno nella comunità ha un’età. Però cambiano i loro nomi facendo riferimento al proprio stadio di vita e alla posizione all’interno della società, i ricercatori raccontano come un bambino piccolo darà il suo nome ad un neonato, mentre lui stesso ne riceverà un altro. Per queste persone fortunate il tempo non è denaro, non corrono contro il tempo per terminare qualunque cosa, nessuno discute sulla prossima settimana o l’anno prossimo – dice ancora Sinha – si potrebbe dire che godono una certa libertà”.
E quindi per provare a fare in piccolo quello che fanno gli Amondawa ho voluto provare a vivere senza orologio, senza quindi una logica legata al concetto di tempo senza suddividere quindi la mia giornata in unità temporali scandite da misure convenzionali. Se rifletti che il tempo non esiste in quanto è stata la necessità umana che ci ha portato a controllarlo che ha fatto sì che venissero stabilite delle norme su come ripartirlo e impiegarlo e se ci pensi la maggioranza del tempo che trascorri ed a cui se abituato ti stato imposto da qualcuno i peggio te lo imponi da solo. Senza orologio ho notato subito che non avvvertivo più quella sensazione di ansia di correre perché non avevo più il controllo del tempo visivo e quindi ho cominciato a vivere nello stile degli Amondawa .
Ho dormito quando avevo sonno, mangiato solo se avevo fame e dato appuntamenti o la mattina o il pomeriggio, ma soprattutto ho cominciato ad ignorare lo scorrere del tempo. Il vivere senza orologio, mi ha liberato dell’imposizione del tempo, mi ha reso meno stressato e più libero di perdermi nelle mie cose ad imparare a leggere il movimento del sole e mi sono scoperto più concentrato e consapevole di quello che stavo facendo. Da allora sono già 4 mesi che vivo senza orologio, orientandomi negli eventi soltanto attraverso i miei stimoli corporei e l’intuito. Mi sono liberato del tempo, ho rimosso il concetto di tempo dalla mia vita dallo schermo del cellulare e dal computer e quindi perdonatemi se tarderò a qualche appuntamento.
Michele d’Auria
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