La spesa sanitaria in Italia nel 2022 è stata stimata in circa 160 miliardi di euro, pari al 9% del PIL. Questo dato rappresenta un aumento del 3% rispetto al 2021. Tra le principali voci di spesa, si segnalano i costi per il personale sanitario, le prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, i farmaci e i dispositivi medici, la prevenzione.
Di questo importo il ticket, tra farmaci, visite, esami e pronto soccorso ha inciso per 2,5 miliardi, in aumento del 4% rispetto al 2021 e del 10% rispetto al 2020.
La spesa specialistica ambulatoriale, per il pronto soccorso e per altre prestazioni ha inciso per 1,046 miliardi, in crescita rispetto al 2021 dell’8% dopo l’aumento registrato nel 2021 del 17,6%. Nonostante ciò, l’entrata rimane di oltre 300 milioni inferiore ai livelli pre crisi (nel 2019, pur in flessione rispetto agli anni precedenti per l’abolizione del ticket fisso sulle prestazioni specialistiche, era pari a 1.358 milioni). Il mancato recupero dopo il forte rallentamento delle attività per la pandemia riguarda sia le prestazioni per l’attività ambulatoriale, dove nel 2022 ci si colloca al 78% di quanto incassato nel 2019, sia quelle di pronto soccorso che rimangono al 66%.
Sono limitate le differenze tra aree e regioni in termini di recupero. Nella specialistica rimangono, tuttavia, molto diversi i pesi di quest’entrata tra aree e regioni, soprattutto se lette a livello di importi pro capite: nelle regioni del Nord a statuto ordinario esse sono pari a 21 euro pro capite (erano 27 euro nel 2019), mentre nelle regioni del Sud non raggiungono la metà di tale importo.
Molto limitato il peso del ticket sul pronto soccorso: dei 30,5 milioni incassati (come si diceva in forte flessione rispetto al 2019, -14,7 milioni), poco meno del 60% è riconducibile anche nel 2022 a due regioni (Veneto ed Emilia-Romagna), che contano per il 16% della popolazione.
Per avere un quadro completo del contributo richiesto al cittadino vanno considerati anche i ticket sui farmaci che, incassati al momento della fornitura della prestazione, vanno in riduzione di quanto dovuto dalla regione per la farmaceutica convenzionata. Nel 2022 le compartecipazioni sono pari a 1,5 miliardi, in aumento rispetto all’esercizio precedente dell'1,5%. Anche queste entrate si presentano nell’anno inferiori a quanto registrato nel 2019 (-5,1%). Nel complesso, quindi, le compartecipazioni ammonterebbero nel 2022 a 2,5 miliardi con una flessione del 13,4% rispetto al 2019. Gap che si accentua nelle regioni non in Piano (-14,9%) ed in particolar modo in quelle a statuto ordinario del Centro (-18,7%). Si riducono, pur persistendo, anche per questi motivi le differenze tra aree e regioni negli importi pro capite.
Fonte: Quotidiano Sanità