Il segretario ai Trasporti del governo Johnson, Grant Shapps, lo ha ribadito anche nelle scorse ore: "Nel Paese c'è benzina in abbondanza".

Il problema, però, è che molti degli automobilisti britannici hanno ugualmente deciso di fare il pieno di carburante alle loro vetture, creando lunghe code alle stazioni di servizio che, esaurendo le scorte, hanno iniziato a chiudere le pompe.

Ma perché, se benzina e diesel non mancano?

Perché in Gran Bretagna non ci sono abbastanza camionisti per trasportare il carburante dalle raffinerie alle stazioni di servizio. Un problema, la carenza di camionisti, che negli ultimi mesi ha riguardato anche gli approvvigionamenti di supermercati e fast food.

I camionisti in Gran Bretagna erano soprattutto stranieri, probabilmente provenienti da Paesi Ue dell'est. Il compenso offerto era da loro ritenuto sufficiente per svolgere quel tipo di lavoro. E la catena di approvvigionamenti nel Regno Unito funzionava normalmente. A seguito della Brexit, quei camionisti sono dovuti tornare nei Paesi di origine, ma i posti di lavoro da loro occupati sono rimasti vacanti, con tutte le conseguenze del caso... con i maggiori disagi che finora si sono riscontrati nel settore alimentare e in quello dei trasporti.

Il leader laburista Sir Keir Starmer ha accusato il Governo di "completa mancanza di pianificazione", dichiarando che il problema era noto da tempo e che "sapevamo che quando saremmo usciti dall'Ue ci sarebbe stato bisogno di un piano di riserva per affrontare la situazione".

Adesso Johnson si trova a dover risolvere urgentemente il problema. Dovrebbe comunicare le sue decisioni nelle prossime ore. Però, il margine di manovra a sua disposizione è limitato a due possibilità. La prima è quella di aumentare la paga minima dei trasportatori, l'altra è quella di concedere dei visti temporanei (si parla di tre mesi) per far arrivare dei camionisti da altri Paesi il prima possibile. La seconda, come chiunque può immaginare, è quella che può risolvere la situazione nel più breve tempo possibile, anche se costituisce un paradosso e una ulteriore dimostrazione di quanto la Brexit sia stata, sul piano pratico ed economico, una scelta assurda per il Regno Unito.