Nell’imminenza della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, che ricorre il 20 novembre, l’Uaar ha deciso di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul diritto dei più piccini a crescere senza imposizioni, senza dogmi di alcun tipo.
"Vogliamo che tutti si fermino un attimo a riflettere se non sia meglio che un bambino possa, autonomamente e nel tempo necessario, sviluppare proprie convinzioni, o se invece è giusto che i genitori gli impongano le loro, qualunque esse siano", spiega Roberto Grendene, responsabile campagne dell’associazione. "Nella nostra società si parla spesso dei bambini, e spesso in modo strumentale. Ma dei loro diritti non si parla praticamente mai. Gli stessi genitori non ne sono quasi mai consapevoli — figuriamoci le istituzioni. Nelle scuole, la filosofia per bambini e il pensiero critico sono raramente insegnati e ancora più raramente praticati, mentre all’insegnamento della religione cattolica si dedicano due ore la settimana e oltre un miliardo di fondi pubblici l’anno. E dire che dovrebbe essere interesse di tutti formare cittadini curiosi, capaci di informarsi e di effettuare scelte libere e consapevoli".
"I bambini non hanno alcuna convinzione religiosa o non religiosa. E hanno tutto il diritto di continuare a non averne finché non decideranno altrimenti", dice Grendene. È una considerazione semplicissima, eppure rivoluzionaria.