Il seguente comunicato della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) non ha bisogno di commenti.

Saif Al-Islam, il secondogenito di Muammar Gheddafi, ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali in Libia. Lo ha reso noto il The Libya Observer su Twitter affermando che Saif Al-Islam Gheddafi, ha presentato ufficialmente la candidatura per le elezioni del 24 dicembre all'ufficio dell'Alta Commissione elettorale nazionale libica di Sabha. Nei giorni scorsi, si è registrato l'impegno della comunità internazionale per una Libia sovrana, unita e democratica, e l'appello dei leader per elezioni libere il 24 dicembre, con la minaccia di sanzioni contro chi ostacolerà il processo elettorale. Saif Al-Islam Gheddafi ha presentato i documenti per la sua candidatura alla Commissione elettorale a Sabha, nel sud della Libia. Saif, il cui nome significa "spada dell'Islam", è il secondo degli otto figli di Gheddafi e primogenito della sua seconda moglie Safiya.Già nel luglio scorso, nella sua prima intervista in dieci anni con un giornale straniero, Saif Al-Islam aveva dichiarato al New York Times che stava organizzando un ritorno come politico per candidarsi alla presidenza. Secondo una stima, i "geddafiani" sarebbero ancora il 65% dei libici.

"Noi abbiamo commentato dal primo giorno la cosiddetta Primavera Araba in Tv in Italia e nel mondo arabo, ribadendo sempre che è importante dare la parola alla volontà popolare e ai giovani di ogni paese, senza ingerenze straniere, e che ogni popolo ha il diritto di eleggere i suoi leader in modo libero, democratico e trasparente. Dopo 10 anni, si candida il figlio di Gheddafi, Saif Al-Islam, e come ci riferiscono fonti mediche e giornalisti locali  alcuni sondaggi popolari e televisivi lo danno al primo post,o perché i libici sono delusi dalla mancanza di una stabilizzazione, seppur annunciata tante volte senza nessun risultato concreto.Invece, questa promessa di libertà e democrazia esportata, in questi 10 anni è stata sostituita da un alto numero di morti, da una continua contrapposizione e da una guerra civile che hanno portato in Libia disastri e una sofferenza continua.Allora chi ha vinto e chi ha perso in questi 10 anni in Libia e nei paesi della primavera araba? Sicuramente tutti hanno perso: politica, diplomazia, informazione e i paesi stranieri che hanno voluto dire la loro dirittamente o indirettamente sulla questione libica. Alle prossime elezioni auspichiamo che vinca il popolo libico, in modo da poter decidere in modo autonomo il proprio futuro, insieme al proprio presidente e al proprio parlamento".