Il vicepremier, pluriministro e capo politico 5 Stelle Luigi Di Maio, nei giorni scorsi aveva detto: «Credo che siamo nella fase storica in cui, dalla costruzione delle autostrade digitali, dalle nuove tecnologie, dal fondo di venture capital che stiamo creando, possiamo far nascere un volano per far riprendere l'economia»... dicendosi sicuro che ciò avrebbe creato un nuovo boom economico per il nostro Paese.

Bankitalia, venerdì pubblica il primo bollettino economico del 2019 e paventa il rischio di una recessione tecnica per l'ultimo trimestre del Pil 2018 e la previsione di una crescita del Prodotto Interno Lordo dello 0,6% per l'anno in corso.

In risposta, con l'arroganza che ormai fa da base a qualsiasi dichiarazione da parte di molti membri di questo Governo, Di Maio fa sapere a Ignazio Visco che «non è la prima volta che le stime di Bankitalia sono stime che poi non si rivelano fondate. Sono diversi anni che non ci prende. Solo che è strano: quando c'erano quelli di prima le stime erano al rialzo, adesso fanno addirittura stime al ribasso...»

D'altra parte, che cosa ci saremmo potuti attendere da una persona che ha alla base della propria preparazione l'aver fatto lo steward al San Paolo? È ovvio che ne sappia di più dei tecnici della Banca d'Italia.

Perché meravigliarsi poi se Di Maio parli di boom economico dopo aver presentato una legge di bilancio in cui ottimisticamente, nei prossimi 3 anni, il Pil italiano, a detta dello stesso Governo, crescerà ogni 12 mesi dell'1%? Mica Di Maio deve sapere che il miracolo economico italiano, il boom degli anni '60, fu caratterizzato da livelli di crescita del Pil che, tra il 1959 ed il 1962, raggiunsero tassi di incremento da primato: 6,4%, 5,8%, 6,8% e 6,1%.

Perché dovremmo pretendere che uno come Luigi Di Maio debba conoscere queste cose? In fondo, fa solo il ministro del Lavoro, quello dello Sviluppo economico e, per un 50%, anche il presidente del Consiglio. Oltretutto c'è da capirlo, perché per lui il boom economico c'è stato eccome da quando è entrato in Parlamento, visto che prima un reddito non lo aveva.