Domenica 23 luglio, nelle chiese della diocesi di Ratisbona, è stata letta una lettera del vescovo Rudolf Voderholzer in relazione alla publicazione del "Rapporto sui casi di violenza" sui bambini del coro di Ratisbona, gli uccellini del duomo di Ratisbona.

Molti dei fatti accaduti - ricorda il vescovo - risalgono agli anni ‘60 e ‘70, ma alcuni casi sono riferibili anche al 1992. «Chi legge queste descrizioni può solo provare orrore e sbigottimento» afferma Voderholzer perché le violenze corporali inflitte ai bambini, in molti casi fin dall’età prescolare, andavano al di là di qualche schiaffo che, all’epoca, poteva anche essere considerata una misura punitiva accettata.

Infatti, «bimbi e ragazzi sono stati abusati anche sessualmente e molti vivevano in un costante stato di terrore di punizioni arbitrarie e imminenti, tanto che molti, ancora oggi, soffrono per le umiliazioni subite. Isolamento, barriere comunicative e omissioni da parte dei responsabili politici ed ecclesiali sono alcuni dei motivi che hanno reso possibile tutto ciò.»

Ma il dispiacere, descritto anche come dolore dallo stesso vescovo di Ratisbona, è il fatto che «questi bambini erano stati affidati in buona fede a sacerdoti e a personale ecclesiale», che sono venuti meno al loro impegno di rispettare i valori cristiani espressi dai dieci comndamenti e dal comandamento dell'amore. A loro nome, il vescovo ha chiesto perdono e ha chiesto di accogliere tale richiesta.

Nella lettera non sono mancate neppure parole di ringraziamento per il contributo offerto dalle persone fatte oggetto di violenze e abusi che, grazie al loro coraggio, nonostante le sofferenze vissute, hanno permesso di portare alla luce questa pagina non certo piacevole per la Chiesa.

Si tratta di risultati «difficili da digerire anche per noi - ha scritto il vescovo - ma il rapporto è stato accolto positivamente sia da alcune vittime, che hanno detto che questo li aiuterà a mettere pace a questo doloroso capitolo della loro storia, sia dalle autorità competenti del Governo Federale.»

Il rapporto che è stato redatto su incarico della diocesi da un avvocato indipendente Ulrich Weber, oltre a documentare gli atti di violenza, è rivolto a far luce sul contesto che ha reso possibile tali atti, anche per valutare il lavoro messo in atto dalla diocesi già a partire dal 2010 perché tutto questo non si ripeta.