Aerei, treni e autobus questo lunedì erano fermi in tutta la Germania per uno sciopero di 24 ore organizzato dai sindacati VERDI e EVG per protestare contro i salari considerati troppo bassi per far fronte ai rincari, dovuti all'inflazione, di generi alimentari ed energia.

Lo sciopero di lunedì, uno dei più grandi e dei più riusciti degli ultimi decenni, con enormi disagi causati nel settore dei trasporti, ha dato il via ad una tre giorni di trattative sugli adeguamenti salariali che potrebbero portare ad ulteriori scioperi se non si raggiungerà un compromesso.

I datori di lavoro hanno offerto un aumento salariale del 5% per un periodo di 27 mesi con un bonus una tantum di 2.500 euro. I sindacati, invece, chiedono un aumento con una percentuale a due cifre, considerando che l'inflazione ha raggiunto a febbraio il 9,3%.

Verdi sta chiedendo un aumento salariale del 10,5%, che comporterebbe un aumento mensile in busta paga di almeno 500 euro, mentre EVG chiede un aumento del 12%, pari ad almeno 650 euro al mese.

Da notare che gli aumenti chiesti in Germania corrispondono all'importo di stipendi mensili che vengono erogati in Italia. Ma, mentre in Germania si sciopera per 24 ore (con la minaccia di proseguire anche nei prossimi giorni), ed in Francia si minaccia la rivoluzione per portare l'età pensionabile a 64 anni (martedì riprendono le proteste), in Italia non accade nulla, perché gli scioperi sono ormai ridotti ad una messinscena di cui nessuno si preoccupa, soprattutto coloro che dovrebbero aumentare i salari.

Non è un caso che in Italia il livello dei salari sia tra i più bassi d'Europa, mentre è alto il reddito pro capite, a testimonianza di una ripartizione del reddito che vede i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Ma mentre in Germania e in Francia si sciopera per pretendere dei diritti, in Italia ci si accontenta nell'elemosinarli... con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.