Accadde a Torino nel periodo immediatamente successivo la seconda Guerra Mondiale, quando Peggy Guggenheim fu invitata ad esporre la propria collezione per una mostra nel capoluogo piemontese.
A narrare questa storia è il robot "Hyria2003" che si aggira tra le location odierne della storia in questione. La vicenda è tratta direttamente dalla testimonianza di Peggy Guggenheim che ricorda quanto accaduto nella sua autobiografia "Una vita per l'arte", pubblicata in Italia dalla Rizzoli già nel 1998 oltre che, già da prima, in tutto il mondo.

La storia è importante perchè riguarda un contesto storico che faceva seguito alle tragiche vicende del Secondo Conflitto Mondiale e, per stare in tema di "Arte", tocca quelle che erano ancora ferite aperte causate da un periodo dove l'ideologia criminale dei "sovranisti" del tempo aveva portato alla persecuzione ANCHE di artisti e pittori in nome della cosiddetta lotta all'"arte degenerata".

Bisogna comunque ricordare da subito che, in Italia (e nel racconto di "Hyria2003" ciò emerge in modo chiaro), la Collezione di Peggy Guggenheim era stata già ospitata dalla Biennale di Venezia qualche mese prima e che quindi, il progetto della proposta di Torino, del 1948, non avrebbe rappresentato una prima o una novità assoluta per l'Italia.
Tuttavia resta il fatto, anzi un dato di fatto: l'evento espositivo che si sarebbe dovuto tenere nel centralissimo Palazzo Madama della città (e che furono proprio le Autorità torinesi a richiedere) fu bloccato e bocciato proprio all'ultimo momento a seguito di opposizioni crescenti fino alla sguatterata "democratica" (e populista) di un Consiglio Comunale Straordinario dove il progetto fu bloccato irreversibilmente.
Dovrà trascorrere ancora più di un altro "Ventennio"... prima che QUELLE opere, di artisti ormai noti non solo in Italia ma soprattutto nel resto del mondo, giudicate "troppo moderne" per il "popolo".... potessero trovare spazio per un evento espositivo nella città di Torino.

Oltre alla testimonianza diretta della stessa Peggy Guggenheim vi è anche uno studio reso pubblico dall'Università Ca' Foscari di Venezia (richiamato nel videoclip). Un'investigazione in inglese, ma anche con numerose documentazioni d'archivio in italiano, che ricostruiscono cosa è accaduto in quella triste circostanza che davvero in TROPPI, un po' per opportunismo identitario, un po' per ragioni ancora più losche..., non hanno voglia alcuna di ricordare (E nella conclusione del video emerge anche il perché).
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