La (post) camerata Meloni pubblica il monologo di Scurati, ma è troppo tardi: ormai il danno è fatto
Aho! Me volete da provoca'? Aricordateve che c'ho l'ermetto... ce dormo pure. Con tutti li pprobblemi che c'ha l'Itaglia [ma grazie ai (post) fascisti non era diventato il paese di Bengodi? ndr], anco oggi 'a sinistra me sta a rompe' li ... Stavolta è pe' 'na presunta censura a'n monologo de quer f... de Scurati per celebbrare er... coso... comme se chiama? Er coso... 'nsomma que'a specie de festa dove se va a magna' fori porta... ce semo capiti [25 Aprile, ndr].
Aho! 'a sinistra grida ar reggime, ma'a Rai risponne che s'è rifiutata de paga' nientepopodimeno ché MILLEEOTTOCENTO EURI (sti c... 'o stipendio mensile de morti dipendenti... none?) per un minuto de monologo... neanche fosse er cammerata 'nsegno.
Ma scherzamo? A'n communista dovemmo pure da' li sordi? E che ce sto a fa' allora a comanna'?
'o volete da legge er monologo? Vo'o faccio legge ppure io [tanto lo hanno già pubblicato ovunque e da ore, ndr] pe' 'ste raggioni:
uno, perché chi è sempre stato 'stracizzato e censurado da'a Rai nun chiederà mai 'a censura... de nissuno... neanche de li communisti che vonno rompe li c... ar governo de' patriotti co' li sordi de li cittadini perbene;
due, perché l'itagliani posseno giudica' libberamente er contenuto... tanto poi ce so' Poro, Salusti, Berpiedro... 'nsomma tutta 'a banda che l'ho ggià addestrata per di' che quelle so' fregnacce. Poi, se ddevo, chiamo ppure Mieli e Mentana a faje di' che nun so' più fascista.
Bona lettura.
“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così.Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
Il problema per la sora Meloni è che Scurati, con "1.800 euri", le (o gli se preferisce) ha fatto la fotografia, ci ha messo la cornice e l'ha appesa al muro.
I suoi sottoposti, che lei ha messo a guardia del suo regime con uno spoils system da inizio ventennio, essendo più realisti del re hanno cercato di nascondere le verità di Scurati, ma hanno fatto solo più danno di quanto Scurati avrebbe potuto crearle andando in onda.
Per questo la sora Meloni è stata costretta a metterci una pezza... ma ormai il danno è stato fatto e ogni rattoppo finirà sempre per essere peggiore del buco. A ulteriore conferma, la replica di Scurati:
"Gentile Presidente,leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere "quale sia la verità" sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno.Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Io ho solo accolto l'invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall'agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto. La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a "motivazioni editoriali", come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale ora pubblico. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso. Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo.Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?"
Buon 25 aprile, (post) camerata Meloni.