Si saprà nelle prossime ore, al massimo mercoledì, ciò che la Commissione europea indicherà agli Stati membri per affrontare la crisi energetica in vista del prossimo inverno.
I provvedimenti che i Paesi Ue dovranno prendere riguarderanno la riduzione della domanda elettrica, la tassazione sugli extra-profitti per le multinazionali dell'energia e il contributo di solidarietà da parte delle società che lavorano i combustili fossili. Il come e il quanto deve ancora essere stabilito.
Quel che però è già certo è che nel pacchetto di misure da prendere non ci sarà quella più importante: il price cap, ovvero il tetto al prezzo del gas, la cui discussione - a quanto pare - sarà rimandata addirittura ad ottobre.
In compenso, i cittadini europei potranno abituarsi alle follie dei loro governanti destreggiandosi nell'immaginare come potrà essere messa in atto la riduzione obbligatoria del consumo di energia elettrica per 3-4 ore nei giorni lavorativi.
In attesa di avere maggiori dettagli in merito, possiamo comunque goderci, perlomeno, un'unica certezza: quella di essere governati da dei cretini o, se si preferisce, da dei perfetti idioti. Naturalmente, ognuno è libero di usare i sinonimi che più ritenga adatti rispetto a quelli appena espressi.
La possibilità che Putin invadesse l'Ucraina non era remota e pertanto da tenere in considerazione da parte di chi governa una nazione e/o una comunità di nazioni. La Russia ha iniziato ad ammassare armi e militari ai confini dell'Ucraina più di un anno fa e l'Europa che cosa ha fatto? Nulla, se non lanciare avvertimenti e minacce di sanzioni durissime al dittatore russo.
E una volta che l'invasione è iniziata i politici che governano l'Ue e i Paesi membri che cosa credevano accadesse dopo aver sanzionato Mosca, che Putin non dovesse reagire? Che ci mandasse più gas di prima senza neppure farcelo pagare? Da quel che hanno fatto parrebbe di sì. Per questo, come si fa a non etichettarli come idioti o cretini?
C'era un'alternativa? Quello che hanno fatto in fretta e furia negli ultimi mesi - riempire i serbatoi e cercare gas e petrolio da altri fornitori - dovevano iniziare a farlo fin dalla scorsa primavera, mettendo un tetto al prezzo del gas o ancor meglio su tutte le materie prime che siano considerate primarie per cittadini e imprese. Inoltre, tramite le associazioni di categoria avrebbero fin da subito dovuto ricordare alle imprese che in futuro fare affari con la Russia avrebbe potuto essere problematico o impossibile, in modo tale da consentir loro di organizzarsi in anticipo per trovare eventualmente mercati alternativi.
Adesso, dopo che i buoi sono scappati, gli pseudo-statisti europei stanno a gingillarsi con misure tra il ridicolo e l'assurdo per trovare non soluzioni, ma rimedi abbozzati che possano in qualche modo superare una crisi che dà l'idea di trasformarsi in uno tsunami sociale e politico senza precedenti. Ma anche i rimedi sembrano essere un problema.
Dopo aver causato un disastro di simile portata, ci dovrebbe almeno essere la dignità, da parte dei responsabili, di prendere atto della propria inadeguatezza e farsi da parte per lasciare incarichi che altri non potrebbero comunque ricoprire in modo peggiore.
Ma non riescono a fare neppure questo.