CASERTA - (Ernesto Genoni) -  E' stato l’Assessore alla Cultura, il dott. Enzo Battarra, a rappresentare il Comune di Caserta, oggi, sabato 27 agosto, alle 11,45, in Cattedrale, al tradizionale momento di preghiera dedicato alle trecento vittime del bombardamento della città del 1943. Il presidente Zaza d'Aulisio nel corso della commemorazione ha auspicato, anche a nome dell'Associazione che presiede, lo spostamento della lapide (nella foto del fotografo Andrea Casella) che ricorda la triste vicenda, dalla facciata laterale esterna, ricollocandola invece all'interno del transetto vicino all'altare di S. Michele.

La lapide ha bisogno di un sostanzioso intervento di restauro. Il 27 agosto del 1943, infatti, - così il Presidente dell'Istituto di Storia Patria, l'Avvocato Alberto Zaza d'Aulisio che da anni, dal 2009 organizza le commemorazioni - Caserta visse una delle sue pagine più buie nel corso della Seconda guerra mondiale, con centinaia di bombe che devastarono il centro cittadino.

Alla cerimonia, officiata da don Vincenzo De Caprio, presente l'ottantaseienne Umberto Vitrone, testimone degli efferati bombardamenti del '43. Alle ore 12 in punta, i rintocchi delle campane del Duomo a ricordare le sirene che annunciavano l'ulteriore raid delle forze aeree americane, su Caserta. Ingenti i danni al centro storico come alla Stazione Ferroviaria, la Reggia, la caserma Pollio e alla stessa cattedrale coinvolgendo la navata a Nord-Ovest e l'altare a San Michele Arcangelo, ricostruita poi negli anni successivi da monsignor Gagnor nelle funzioni di amministratore apostolico.

In solo due mesi - riportano le cronache del tempo e i tristi ricordi di famiglia - fino alla data dell’armistizio l’8 settembre del ‘43, data dell’annuncio dell’armistizio tra Italia e potenze alleate, nella provincia di Caserta si registrarono, contando solo quelle dell’aviazione americana, oltre 110 incursioni aeree. Furono bombardamenti rapidi e violentissimi. Il codice dell’operazione di offensiva delle truppe anglo-americane era "Avalanche" - tradotto Valanga - ed era finalizzata ad agevolare l’azione di sbarco anfibio in Campania. Ben 61 gli aerei che sganciarono i loro ordigni infernali in brevissimo tempo. 118 le vittime civili tra cui 23 ferrovieri, trasportati al Cimitero cittadino. Oltre 300 tra morti e feriti.

“A nome del sindaco Carlo Marino e dell’intera Amministrazione – ha dichiarato l’assessore Battarra in un suo comunicato relativo alla manifestazione - ringrazio la Società di Storia Patria di Terra di Lavoro ed il suo presidente Alberto Zaza d’Aulisio che da anni organizza questo doveroso ricordo. La storia di una città è fatta anche di momenti tragici dai quali con dolore si è dovuta risollevare. E la memoria di quei giorni drammatici serve anche a ribadire, oggi più che mai, il ripudio di tutte le guerre e la necessità della pace tra i popoli. Da ex Giannoniano, poi, ho sempre vissuto l’anniversario con un grande coinvolgimento, essendo stato proprio il Liceo Giannone uno dei tanti edifici distrutti nell’attacco. In quel raid aereo morì anche uno degli studenti del quarto ginnasio, Aldo Taglianetti. Una delle trecento vittime innocenti di quel giorno”.


Foto bombardamento (da archivio storico)