Via della Seta, a fine anno l'Italia dovrà decidere se confermare o meno l'accordo siglato nel 2019
La Via della Seta o BRI (Belt and Road Initiative) è un progetto di cooperazione economica e infrastrutturale lanciato dalla Cina nel 2013 con l'obiettivo di rafforzare i legami tra Asia, Europa e Africa.
Si tratta di una rete di rotte terrestri e marittime che collegano con la Cina i principali mercati e centri produttivi dei tre continenti, attraverso la costruzione di strade, ferrovie, porti, aeroporti, oleodotti, gasdotti e reti digitali.
La BRI si propone di promuovere lo sviluppo sostenibile, l'integrazione regionale e la cooperazione multilaterale, basandosi sui principi di apertura, inclusività e trasparenza... almeno in linea di principio. Ma il progetto cinese suscita più di una preoccupazione e non poche perplessità critiche da parte di coloro che lo ritengono una forma di espansionismo economico e geopolitico operata da Pechino, un modo come un altro per tenere sotto il proprio controlli i Paesi coinvolti.
L'Italia ha aderito alla BRI nel 2019, nonostante le proteste degli Stati Uniti. L'accordo, però, dovrà essere rinnovato alla fine dell'anno. Il governo italiano, nel frattempo, non ha ancora preso una decisione su cosa fare:
"Non abbiamo ancora preso una decisione. Il dibattito è aperto", ha detto Giorgia Meloni ai giornalisti durante il recente viaggio a Praga, precisando però che lei si era opposta alla scelta di aderire alla Via della Seta, ma aggiungendo che sulla decisione sarà coinvolto anche il Parlamento.
A marzo 2023, l'export dell'Italia verso la Cina era cresciuto rispetto a un anno fa del 26,3%, mentre le importazioni erano calate del 34,4%.