Report Emilia-Romagna: cronaca di una tragedia annunciata
a cura di Lorenzo AITA Componente CTS ANPPE Vigili del Fuoco
Mentre si è risposto con ordinarie tempistiche ad una condizione emergenziale che ha colpito l’ Emilia Romagna, oggi assistiamo alle solite reazioni collettive che puntano il dito sulla mancata prevenzione; una situazione di cristallizzato immobilismo decisionale mossa solo dopo che avvengono le disgrazie, anche quelle che erano già state sposte come i 600 ettari di territorio allagati dalla tracimazione dell'Idice (lunga circa 150 metri, vicino al ponte crollato della Motta, tra i comuni di Budrio e Molinella), da cui nel massimo della piena sono usciti oltre 7.000 litri d'acqua al secondo.
Accade così dalla prima metà di Maggio dove la situazione dell’Idice riassume in pieno il quadro di questa alluvione che ha interessato diversi bacini idrici, e proprio da questo fiume che si possono fare i primi studi, quando il cedimento dell'argine provocò l'inondazione di circa 2000 ettari, poi parzialmente ridotta dall'azione del reticolo idraulico di bonifica, devastato comunque dalla grande massa d'acqua e fango.
Non solo: a monte della rotta ci sono stati oltre 3 chilometri d'argine in precaria sicurezza con evidente pericolo per alcuni centri abitati ed è proprio il timore per i rischi collegati ad un possibile aumento della pressione spondale che fù sconsigliato la chiusura dell'argine, senza procedere ai necessari rinforzi a monte, per i quali la Regione Emilia Romagna ad oggi non dispone da sola delle necessarie risorse (si parla di centinaia di milioni di euro).
"La rotta dell'Idice è l'immagine di un dramma, che rischia di essere troppo velocemente dimenticato. I mesi passano e, senza adeguati stanziamenti nonchè normative finalizzati alla sistemazione e ricostruzione del reticolo idraulico, le zone alluvionate arriveranno all'autunno idraulicamente fragili: ogni evento meteo rischierà di avere l'effetto dello sciame sismico su territori colpiti da un terremoto": a lanciare l'allarme è Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
Per continuare a leggere il prosieguo del rapporto:
REPORT EMILIA-ROMAGNA: CRONACA DI UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA