Il caso di Carlotta Rossignoli dovrebbe essere destinato a fare scuola in ambito sociologico. Si scatenano ben due filoni comportamentali da studiare per bene: quello dei dubbiosi vs. malfidenti; e quello dei delusi, che questa società genera in quantità industriali.

E gli invidiosi dove li mettiamo? Da nessuna parte; perché sono gli stessi che io porrei nel primo gruppo sociale. Al massimo dei “malfidenti”.

Partirei dai delusi. E anch’io mi dichiarerei parte di questo gruppo.

E’ senz’altro deludente osservare l’ampollosità mediatica e l’inverosimile risalto offerto a una notizia come un’altra, ossia quella di una ragazza che “semplicemente” si laurea un po’ in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Che sarà mai? Lo fanno in centinaia; e qualcuno prende anche più di una laurea prima del termine. Non stiamo naturalmente a individuarne le ragioni e dire che sono dei geni piuttosto che ottimi memorizzatori, perché non è questo il punto. Caso mai ci si limiti a realizzare un fatto semplice: dopo la celebrazione del “genio” si passa a raccoglierne i frutti, e da lì sarà il caso di giudicare o meno.

Quindi è questo ciò che delude: l’esagerata celebrazione mediatica che si aggrappa addirittura allo stile di vita di Carlotta e lo eleva a modello di perfezione. Quindi non una semplice ragazza laureata prima del termine, ma anche una modella, un’influencer, una che si diverte e viaggia ovunque. Ecco  come si deve essere! Questo il messaggio… sbagliatissimo.

Ai delusi (persone comuni) monta giustamente un profondo disappunto, perché sappiamo che non è affatto questo il modello esistente o da promuovere. E’ un caso; una persona che viaggia a velocità completamente diverse da quella che è la realtà sociale; con punti di riferimento inusuali – anche, e specialmente, economici – priorità e scale di valori altrettanto originali: dorme poco, non vuole legami sentimentali, e via discorrendo. Insomma un caso estremamente singolare – discutibile sotto il profilo della salute psicologica – che le testate giornalistiche hanno provato a oggettivare. Una cosa assai imprudente.

Normale che diventi intollerabile. Anche perché ci sono storie di studenti che per mille altre (normali) ragioni non ce l’hanno fatta, e hanno pure messo fine alla propria vita. Ci si arrabbia tantissimo! E così nasce anche il caso, che travalica la mera delusione e il disappunto e ci porta all’altro gruppo sociale: quello dei malfidenti.

Dubbiosi non possono essere, visto come si sono scagliati contro Carlotta Rossignoli. Una valanga d’odio, che la diretta interessata può legittimamente interpretare come invidia (perché no?). Se si vuole essere dubbiosi occorre usare la dialettica giusta, affrontare argomenti concreti che mettano in discussione le capacità della neo dottoressa, e non dire semplicemente «Mah! Come avrà fatto… sicuramente gatta ci cova...».

Che affermazioni sono? Da malfidenti.
Per ragionare così servono degli indizi. E francamente non se ne trovano di gravi, precisi e concordanti, nemmeno nella lettera che i colleghi di Carlotta Rossignoli hanno inviato alla loro facoltà, per chiedere “lumi” su come fosse stato possibile laurearsi prima del tempo. Una lettera con molte parole e davvero poco contenuto, che tutti possono leggere.

Dopo sono anche arrivate le prime notizie. Non certo a favore di detrattori e malfidenti ma addirittura in favore della Rossignoli, come il precedente che l’ha vista ottenere la maturità scientifica con un anno di anticipo, e le congratulazioni del Presidente Mattarella. Per il resto, è stato semplicemente evidenziato il suo stile di vita dedito a ottenere la massima performance possibile. Grandi sacrifici che però a lei non pesano, anzi. Sebbene diversi psicologici giudichino tale stile particolarmente pericoloso. Ma se tale non fosse, ci si meta l’anima in pace: anche i campioni olimpici si sacrificano tantissimo per ottenere determinate performance.

Il dubbio è una cosa seria! E non è quello che sta accadendo nei confronti di Carlotta. Ne parlo sempre, e l’ultima volta mi è capitato nell’articolo omonimo “Dubbiosi o malfidenti?” 

E’ una storia che lascia l’amaro in bocca: sia per come è stata (mis)trattata dai giornali, a pericoloso modello da seguire; sia per come è stata (mal)trattata dalla gente, che si è fatta decisamente prendere la mano pensando a male in maniera esagerata.

Esagerazioni, insomma, da entrambe le parti. Grazie, come spesso accade, alla nostra meravigliosa informazione.



Base foto: ATDS da Pixabay