All'alba di mercoledì, Alarm Phone ha ricevuto una richiesta di soccorso da 20 persone, tra cui donne e bambini, in difficoltà al largo della costa libica. 8 persone che erano sulla barca, che non ha più motore e sta iniziando ad imbarcare acqua, sono cadute in mare e sono scomparse.

L'aereo Moonbird, che opera in collaborazione con Sea Watch, è riuscito ad individuare i naufraghi, stabilendo un contatto visivo dell'imbarcazione e delle persone a bordo che, nel frattempo, hanno di nuovo contattato Alarm Phone, chiedendo di aiutarle e di non essere ricondotte, dove verrebbero uccise.

La posizione della barca in difficoltà di fronte alla frontiera libico-tunisina è stata comunicata da Alarm Phone alle autorità di Tunisi, Valletta e Roma, mentre quelle di Tripoli non sono raggiungibili, a causa della guerra in corso! E nonostante questo "qualcuno" continua a sostenere che la Libia sia un porto sicuro.

Il telefono da cui chiamano i naufraghi sta esaurendo la batteria e presto non saranno più in grado di comunicare.

Moonbird ha chiesto all'armatore Vroon, le cui navi VOS Triton & Aphrodite sono vicine al luogo del naufragio, la disponibilità a intervenire. Nonostante la richiesta di aiuto, Sea Watch ha dichiarato che non ha ricevuto risposta.

La nave della Ong Sea Eye, unica ad operare in questo momento nel Mediterraneo, è impossibilitata ad intervenire perché si trova al largo delle coste maltesi con 63 naufraghi a bordo in attesa che le venga assegnato un porto sicuro. Neppure le navi della Operazione Sophia, non più in mare per volere dell'Italia, possono essere chiamate ad intervenire.