Proger - I risultati raggiunti e le nuove sfide, nel segno dei 5 valori fondanti dell’azienda, nel racconto dell’AD Marco Lombardi

Proger è una delle più importanti società di ingegneria e management italiane, responsabile della sorveglianza di migliaia di opere d’arte della rete autostradale italiana tra ponti, viadotti e gallerie ed impegnata in numerosi progetti infrastrutturali, civili ed energetici in Italia e all’estero.


Ne parliamo con l’AD Marco Lombardi.

Proger compie 40 anni in questi giorni. Partiamo dalla fine e dallo spot che avete realizzato. Uno spot evocativo che racconta l’ingegneria in un modo non convenzionale.Insieme alla nostra società di comunicazione, Proger Smart Communication, abbiamo scelto la cornice di Palazzo Farnese a Caprarola, capolavoro rinascimentale del Vignola, per ambientare la nostra nuova campagna di comunicazione. A partire da una citazione di Picasso “Tutto quello che puoi immaginare è reale”, abbiamo sviluppato uno storytelling simbolico che celebra l’italianità, la creatività e l’ingegno, con un rimando al numero cinque, come i lati del prestigioso Palazzo a pianta pentagonale e come i pilastri del logo di Proger: Tradizione, Sostenibilità, Internazionalità, Eccellenza e Flessibilità sono i nostri cinque valori fondanti, che abbiamo deciso di comunicare attraverso questo spot.

Mi parla di valori fondanti, di pilastri. In che modo si esprimono questi valori nel vostro lavoro, nei vostri progetti? La tradizione, ad esempio?Siamo oggi l’evoluzione di quello che eravamo, la nostra storia ci ha resi quelli che siamo. La tradizione per noi è ad esempio il settore healthcare, in cui si può dire che siamo nati e cresciuti, ma anche l’Oil&Gas, che negli anni 2000 ha rappresentato un asset formidabile per l’azienda. Sono settori in cui tuttora siamo ai vertici e che sono la base su cui ci siamo potuti evolvere, rimanendo noi stessi.

E la sostenibilità?La sostenibilità, che a livello operativo si esplica naturalmente nella Business Unit Green Energy, in Proger nasce dal settore Oil & Gas. Può sembrare un controsenso, ma noi crediamo in una transizione che sia sostenibile, progressiva e realizzabile. Non “vecchio” contro “nuovo”, tanto che oggi c’è una strettissima collaborazione e condivisione di risorse e professionalità tra le due Business Unit.

Ci può fare qualche esempio concreto?Penso all’impianto ad idrogeno che abbiamo realizzato in Bulgaria, all’interno di una raffineria. Parliamo del cosiddetto “idrogeno grigio”, in quanto prodotto da processi riguardanti combustibili fossili, ma che di grigio ha solo il nome, perché sempre di H2 si tratta. E questa esperienza nella gestione dell’idrogeno la trasferiamo nei progetti sostenibili in cui l’idrogeno diventa “verde”, in quanto estratto e stoccato grazie ad energia da fonti rinnovabili.Ci sono poi i sistemi tecnologicamente innovativi di accumulo energetico, sia termico che elettrico, che abbiamo realizzato e stiamo realizzando per Enel. Stiamo parlando di progetti che poche altre aziende possono vantare nel proprio track-record.

Sul vostro sito, quando parlate di sostenibilità sostenete di “voler generare valore condiviso attraverso un business sostenibile, efficiente ed innovativo”. Cosa significa?La sostenibilità non riguarda solo l’ambiente e i progetti che sviluppiamo, ma ci sono tanti altri aspetti altrettanto rilevanti a livello aziendale: il benessere delle persone, la sicurezza sul lavoro, la soddisfazione delle esigenze personali e professionali, l’organizzazione dei processi, l’inclusione e le pari opportunità. Noi crediamo nell’importanza di tutti questi aspetti, tanto che abbiamo scelto autonomamente, in assenza di qualunque obbligo di legge, di redigere il nostro primo bilancio di sostenibilità e di richiedere una valutazione ESG. Abbiamo ottenuto un risultato lusinghiero all’esordio, con un rating di fascia alta, in cui si trovano solamente poco più del 10% delle aziende italiane. Siamo già nel gruppo ristretto delle eccellenze, ma vogliamo ancora migliorare.

Appunto, l’eccellenza: cosa significa per Proger?Un valore, un punto di riferimento che orienta tutto il nostro lavoro. In ogni ambito in cui operiamo vogliamo raggiungere livelli di eccellenza. Livelli che abbiamo senza dubbio raggiunto nei settori storici di cui parlavamo in precedenza, come l’Healthcare o l’Oil & Gas, ma non solo. Se parliamo di eccellenza oggi mi viene subito in mente tutto il gruppo di lavoro delle infrastrutture che lavora per la sorveglianza, ispezione e sicurezza delle opere d’arte della rete autostradale. Migliaia di opere tra ponti, viadotti, cavalcavia e gallerie sono oggetto di ispezioni periodiche, analisi e verifiche da parte di un team di oltre 250 specialisti. A partire dal 2018 siamo il riferimento principale di Autostrade per l’Italia, e anche di altri concessionari autostradali, per tutto ciò che concerne la sicurezza. Abbiamo svolto oltre 60.000 ispezioni, 365 giorni all’anno, in qualsiasi condizione. Dai controlli abituali a quelli straordinari in seguito a incidenti, calamità naturali o altri eventi eccezionali. Numeri e risultati che, se ce li avessero presentati quando siamo partiti, non avremmo ritenuto possibili.Inoltre, nel settore delle infrastrutture siamo naturalmente molto attivi anche nella progettazione, in cui lavoriamo a fianco delle più grandi Imprese di Costruzioni nella realizzazione delle più importanti opere infrastrutturali del Paese.

Internazionalità.
L’internazionalità è da oltre 20 anni un orizzonte per noi, verso cui ci siamo diretti non per esigenza ma per scelta. E per noi andare all’estero significa identificare un paese in cui investire, mettere radici, conoscere il territorio e le persone per generare valore localmente. Questo è quanto, per citare alcuni esempi, abbiamo fatto in Congo, in Egitto, in Kazakistan e in Arabia Saudita, paese in cui siamo da 10 anni e nel quale abbiamo un ufficio che conta centinaia di professionisti provenienti da tutto il mondo, ognuno con le proprie tradizioni e la propria cultura, ma tutti accomunati dai nostri valori.

I valori… ci manca l’ultimo: la flessibilità.Ultimo certo non per importanza. La flessibilità è un valore imprescindibile senza il quale tutti i progetti che abbiamo citato, e la maggior parte di quelli che abbiamo realizzato negli anni, non sarebbero stati possibili. Specie in ambito internazionale la nostra capacità di adattamento viene molto apprezzata ed è un’arma in più che ci permette di competere con i grandi player internazionali. Significa capire realmente le esigenze del Cliente, adattarsi a lavorare in ambienti culturalmente diversi, arrivare a destinazione anche senza la mappa, costruire qualcosa anche senza manuale.

Nei racconti dei progetti dell’azienda lei parlava di traguardi raggiunti che sembravano impossibili. In questi casi le competenze non sono l’unica spiegazione. Cosa c’è alla base di quelle sfide vinte?C’è sicuramente la testa, che in fondo è ciò che “vendiamo”, perché siamo una società di “ingegneria” che offre know-how e capacità ai propri clienti. Ma, oltre alla testa, c’è tanto cuore. L’elemento che più ci caratterizza e differenzia rispetto a molti nostri competitor.

Come abbiamo detto Proger compie 40 anni… beh, come sta?Stiamo bene, molto bene. Il 2023 si prospetta come l’anno migliore della nostra storia. Dal punto di vista del fatturato, del margine operativo e dell’incremento delle risorse. Un percorso di crescita che parte da lontano e che non si è fermato neanche durante la pandemia. Questo perché investire nelle persone conviene. Noi investiamo in ciò che ci rende ricchi, che, come ho detto, sono la testa e il cuore delle nostre risorse.

I numeri di Proger sono addirittura cresciuti nonostante la pandemia. Oltre a questo, cosa ha lasciato in eredità l’esperienza del Covid?Le persone non sono solo aumentate, sono soprattutto cambiate. Il Covid ci ha cambiati tutti, ha ridefinito l’equilibrio vita-lavoro e oggi venire incontro a queste nuove esigenze è fondamentale in termini di recruiting e di retention. Vogliamo attirare i migliori professionisti sia perché, come succede oggi, in Proger hanno la possibilità di cimentarsi con progetti di altissimo profilo, ma anche perché da noi potranno trovare un ambiente in cui crescere professionalmente riuscendo a conciliare nel migliore dei modi il lavoro con la vita privata. Questa è sicuramente la nostra prossima sfida da vincere.

Tre parole chiave per il futuro dell’azienda. Non diciamo i prossimi 40 anni, ma i prossimi 5.Competizione, perché la decrescita economica porterà a confrontarsi con un mercato sempre più agguerrito e complicato.Persone, perché in tale competizione la sfida si vincerà puntando sulle risorse umane, costruendo una squadra unita e motivata.Innovazione, perché per avere successo bisognerà aderire alle circostanze, ai mutamenti dell’ambiente, alle scoperte scientifiche, osservare e proporre risposte concrete sempre più coerenti con i bisogni del Nuovo Mondo.