Cgil, Uil e Cisl ripartono dal Sud per unire il Paese
«Il sud è dimenticato. Dalla Calabria ogni anno vanno via 300 milioni di euro per i cittadini che si curano in altre regioni. Basterebbe un po' di lungimiranza per il mezzogiorno».
Con queste parole, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha iniziato dal palco, allestito in piazza Duomo a Reggio Calabria, il proprio discorso a conclusione della manifestazione promossa unitariamente da Cgil, Cisl e Uil sotto lo slogan "Ripartiamo dal Sud per unire il Paese", iniziata con un coloratissimo corteo che è partito da piazza De Nava, per poi sfilare lungo corso Garibaldi.
«Questa di Reggio Calabria oggi è una manifestazione imponente, storica. Segna uno spartiacque. Il sindacato unisce il paese. Ce l'abbiamo fatta. Lo dico dal profondo del cuore e dedichiamo questa giornata bellissima al lavoratore caduto sul posto di lavoro a Gioia Tauro.
Qui da Reggio Calabria lanciamo al Governo un messaggio unitario: l'Italia è una e una sola e pretendiamo di essere ascoltati. Siamo venuti qui a Reggio - ha aggiunto - perché è un luogo simbolo di un Sud che fatica ma che ha voglia di riscatto.
Migliaia e migliaia di donne, di uomini e soprattutto giovani giunti da ogni regione del Mezzogiorno e anche dal resto d'Italia, con la loro presenza, lanciano un messaggio al Governo che non può essere ignorato: l'Italia non esce dalla crisi senza lo sviluppo del Mezzogiorno. Occorre una svolta negli investimenti pubblici e privati. Dobbiamo fermare la fuga dei giovani del sud verso le altre regioni.
Vogliamo ribadire chiaro e forte, proprio da qui, che non si può più rinviare un radicale cambio di rotta delle politiche per il Mezzogiorno. I nostri ragazzi, le donne e gli uomini del mezzogiorno, attendono da troppo tempo».
Sullo stesso tenore, le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini: «Noi ripartiamo da qui per unire concretamente il Paese: c'è un arretramento rispetto all'Europa e non solo. Le differenze sono enormi e per ripartire bisogna dare seguito ad un Piano straordinario di investimenti per creare lavoro e realizzare uno sviluppo vero che duri nel tempo.
Per noi l'Italia – ha continuato il segretario generale – va unita e non divisa. Basta con le logiche dell'autonomia differenziata, che aumentano ancora di più le disuguaglianze. C'è bisogno di fare investimenti sia in infrastrutture materiali, ma anche in quelle sociali e serve una politica industriale.
È sotto gli occhi di tutti la contraddizione di chi ha raccontato che saremmo un Paese invaso e che i problemi si risolvono chiudendo i porti, senza rendersi conto però che i giovani, soprattutto del Mezzogiorno, se ne stanno andando.
Purtroppo questo è un modo per disperdere intelligenze e capacità a beneficio di altri Paesi più furbi che ne usufruiscono.
Basta campagne elettorali. I problemi non sono risolti e la situazione è peggiorata rispetto ad un anno fa. È necessario che il Governo ci ascolti, deve ascoltare questo popolo e queste piazze e discutere assieme a chi rappresenta questa gente per decidere come cambiare davvero questo Paese».
Questi alcuni dei dati principali che ricordano l'importanza dell'appuntamento odierno a Reggio Calabria.
- L'Italia è penultima in Europa per tasso di crescita del Pil, e nel Mezzogiorno il Pil pro-capite è inferiore del 45% rispetto al Centro-Nord.
- La disoccupazione è tra i livelli più alti della Ue, e nel Sud è al 19,4% contro il 6,8% delle regioni settentrionali, mentre l'inattività è al 45,5% rispetto ad una media nazionale del 34,3%.
- Al Sud coloro che abbandonano le scuole sono il 20%, il doppio del Nord, e solo il 5,4% dei bambini può usufruire dei servizi per l'infanzia contro il 17% dei loro coetanei che vive al Nord.
- Nelle regioni meridionali i posti letto per sanità e assistenza sono un terzo di quelli del Nord. Per questo aumentano le migrazioni sanitarie.
- Le famiglie in povertà assoluta sono il 10%, a fronte del 5,8% del Nord e del 5,3% del Centro.