Angoli di vecchia sinistra sociale e progressista
Un vecchio numero web di una storica rivista della sinistra italiana. La famosa "Critica Sociale". L'itinerario delle riviste di discussione e analisi scientifica politologoche e sociali progressiste e new left italiane è molto singolare.
Sveicolate dai quotidiani di partito e dai newsmagazine mainstream legati alla sinistra storica e parlamentare, hanno ospitato per decenni una palestra di opinionismo, approfondimento culturale e filosofico oltre che politico che non ha nulla da invidiare a realtà ben più consolidate della nostra all'estero, come Harper's Bazaar, The Nation, The Progressive, Mother Jones, Annales, ecc.
È sulle pagine di esempi come "Micromega, Reset, Il Mulino, Limes, Alternative del Socialismo, Marx XXI, Quaderni Radicali, La rivista del Manifesto, Aprile," che si è scritta, teorizzata, progettata tutta la storia e l'evoluzione del pensiero ideologico della sinistra del nostro paese, più che nelle sedi di partito e parlamentari.
Andando indietro nel tempo si arriva a" Quindici, Quaderni Rossi, Sinistra" di stampo sessantottino e anni di piombo, e infine, ancora più indietro, a "Critica Sociale" e alla sua parallela "Mondoperaio". Ma in tutte queste esperienze c'è un leitmotiv comune. La necessità di trovare una via intermedia, argomentativa, progettuale alle irreggimentazioni imposte dall'alto nella guerra fredda.
Sinistra nel vero senso del termine, cioè sociale e, quindi, foriera di progresso umano. È la stessa dinamica che nel caso italiano opponeva le correnti socialiste con quelle propriamente ortodosse comuniste (vedi i vari casi Gramsci). Il concetto stesso di socialismo, di governo popolare, di assemblea decisionale in cui si creava l'Agorà delle idee di tutti.
In questo numero della rivista, ci sono articoli esempio di questo tipo di pensiero e approccio culturale, dalle morti sul lavoro al problema rapporti uomo/web, alla discussione su cosa è realmente il socialismo, il progressismo, ecc.
Due cose degne di nota: l'intervista ad Alain de Benoist sulla terza via tra liberismo e socialismo(oggi sembra dimenticato tutto questo filone ideologico) e... l'immagine di copertina iniziale su Craxi, una scelta editoriale tra luci e ombre e da discutere, che però nella struttura iconografica quasi a metà tra noir e novelle vague è malinconicamente riassuntiva dell'itinerario incerto, funesto e contraddittorio dei partiti di sinistra italiani(Dopo 30 anni da Mani Pulite, infatti, infatti, non vi è più sicurezza, alla luce dei fatti odierni, chi veramente abbia sbagliato e se furono prese decisioni errate o accorte).
Un'ultima considerazione. Ma questo tipo di riviste e giornalismo di palestra di idee progressiste:esiste o ne è rimasto qualcosa oggi in Italia?