Marco van Basten è stato il più raffinato ed elegante centravanti del calcio moderno. Tecnico e rapido nonostante un fisico imponente, il suo gioco non conosceva di fatto debolezza alcuna: era abile con entrambi i piedi e calciava con grande potenza e precisione anche i calci piazzati; sapeva attaccare la profondità e sgusciare via con astuzia alle marcature avversarie; era implacabile nel gioco aereo ed in acrobazia.

L'olandese era insomma una macchina da gol perfetta che solo caviglie troppo fragili, e martoriate dai tanti colpi inferti dagli avversari, hanno potuto arrestare.

Oggi l'olandese compie gli anni e questo bellissimo estratto di un testo/dedica scritto da Gianni Montieri ci sembra il modo migliore per ricordarlo:
"Il cigno di Ultrecht per me è sempre stato una farfalla. Cigno sta per eleganza; farfalla sta per eleganza, leggerezza, trasparenza. Io, più che altro, Marco van Basten l’ho visto volare.

Non ricordo alcuna immagine delle sue scarpette che tocchino l’erba, si muoveva qualche centimetro sopra, come fanno le farfalle quando s’abbassano prima di appoggiarsi. van Basten mi fa pensare alla leggerezza, nulla in lui era greve, l’assenza di peso dirigeva i suoi movimenti.

Ogni dribbling, ogni scatto, finta, attacco verso l’area di rigore, tiro di destro, di sinistro, da fermo, in acrobazia erano fatti in levità. van Basten agiva mediante la più efficace delle inconsistenze, essendo fatto di un materiale diverso da quello col quale erano fatti gli altri calciatori; era trasparente.

Era immateriale, o non si spiega come i difensori – anche i più forti della sua epoca – se lo perdessero, non lo scovassero, lo guardassero spuntare alle loro spalle sempre un attimo dopo. A quel punto la farfalla era già un battito d’ali avanti e a loro non restava che osservare stupefatti una schiena diretta verso la porta.

Il destino dei terzini, degli stopper, dei liberi era quello di guardarlo andar via, come la fine di romantiche storie d’amore ripetute di settimana in settimana, ogni domenica, ogni mercoledì. Le movenze così lievi ed eleganti di van Basten fanno pensare a un ralenti perpetuo, in realtà tutto si compiva a velocità impressionante."