È arrivato a 17.000 il numero di soldati russi uccisi in Ucraina, secondo le forze armate di Kiev, che hanno aggiornato le perdite subite da Mosca con questi nuovi dati: 586 carri armati, 1.694 veicoli corazzati da combattimento, 302 pezzi di artiglieria, 95 sistemi lanciarazzi, 54 sistemi di difesa aerea, 123 aerei, 127 elicotteri, 7 navi.

Nei pressi di Kiev, le truppe russe stanno cercando di sfondare le linee di difesa a nord-ovest e a est della capitale per prendere il controllo di strade e insediamenti ritenuti chiave. Finora gli attacchi non hanno avuto successo, secondo quanto riportato dallo Stato maggiore delle forze armate dell'Ucraina.

Nel sud, l'esercito ucraino è impegnato ad organizzazione misure di difesa nelle città di Kryvyi Rih, Zaporizhia e Mykolayiv, oltre al controllo  di alcune aree costiere. 

L'attività militare russa sarebbe però concentrata nel Donbass, nelle aree di Donetsk e Luhansk, dove gli ucraini avrebbero respinto ben 5 attacchi nelle ultime 24 ore. 

Sempre secondo le forze armate ucraine, la Russia continua ad attaccare i villaggi di Topolske, Kamyanka e Sukha Kamyanka nei pressi della città di Izyum, a sud-est di Kharkiv, a conferma che lo sforzo russo sarebbe adesso concentrato nell'occupare tutto il Donbass.

Questo porta a ipotizzare che nei prossimi colloqui faccia a faccia che inizieranno domani a Istanbul, in Turchia, tra le delegazioni russa e ucraina, il possesso della parte orientale del Paese potrebbe essere messo da Mosca sul piatto della bilancia per interrompere la guerra.

Zelensky nell'ultimo messaggio pubblicato, pur aprendo a una possibile neutralità del Paese, ha però ricordato che l'integrità territoriale dell'Ucraina non è in discussione e che ogni decisione dovrà essere confermata dalla popolazione con un referendum, che non potrà svolgersi se non dopo il ritiro delle forze armate di Mosca dal Paese.

Sul fronte umanitario, l'Ucraina, questo lunedì, non ha in programma di aprire corridoi per evacuare i civili dalle città assediate, ha affermato il vice primo ministro, Iryna Vereshchuk, aggiungendo che ciò è dovuto a causa dei rapporti di intelligence che avvertono di possibili "provocazioni" russe. A Mariupol, per motivi di sicurezza che nessuna delle due parti sembra voler o poter garantire, neppure la Croce Rossa riesce ad entrare in città per portare aiuti. 

Domenica, come ha riportato Rueters, Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio con Putin a cui ha chiesto un cessate il fuoco e corridoi umanitari.