I Vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, (23-27 Febbraio) hanno espresso profonda preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico apertosi in Ucraina e hanno rinnovato la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese.
I Vescovi, ai quali si sono aggiunti i sindaci delle città che si affacciano sul Mediterraneo riuniti sempre a Firenze nel Florence Mediterranean Mayors Forum, hanno fatto appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni.
Nella sala più importante, sotto il profilo storico-artistico, di Palazzo Vecchio sono convenuti 60 Vescovi del Mediterraneo che insieme ai Sindaci hanno sottolineato il significato di una comune appartenenza al Mare Mediterraneo , da cui attingere la bellezza e la forza della fratellanza, ma anche la profezia di unità insita nell’umanità.
Il “Mediterraneo frontiera di pace” è un evento che si è voluto svolgere a Firenze, sulle orme di Giorgio La Pira. L’evento è venuto a coincidere con il conflitto in corso in Ucraina ed i partecipanti hanno voluto esprimere tutta la loro preoccupazione e lo sgomento per quanto sta avvenendo.
Vescovi cattolici e i Sindaci delle città mediterranee, riuniti a Firenze hanno sottoscritto la Carta di Firenze che, tra l’altro, recita:
“- ispirandosi all'eredità di Giorgio La Pira, l'ex Sindaco di Firenze, che già negli anni Cinquanta promuoveva il dialogo interculturale e interreligioso tra le Città, e in particolare tra le Città del Mediterraneo;
- consapevoli che il Mediterraneo è stato storicamente il crocevia delle culture europee e dell'Asia occidentale, dell'emisfero settentrionale e meridionale e che può ricoprire un ruolo cruciale per la pace e lo sviluppo delle nazioni attraverso la cooperazione tra le sue città e le sue comunità religiose;
- uniti nella convinzione che il Mediterraneo non può e non vuole essere luogo di conflitto tra forze esterne;
- guidati da un'aspirazione condivisa a porre la persona umana al centro dell'agenda internazionale perseguendo la pace, proteggendo il pianeta, garantendo prosperità, promuovendo il rispetto e la dignità dei diritti fondamentali di ogni individuo, anche attraverso la promozione di obiettivi di sviluppo sostenibile e l'accordo di Parigi sul clima;
- consapevole delle numerose sfide che l'area mediterranea deve affrontare, come il cambiamento climatico, i flussi migratori, i conflitti e la povertà;
- convinti pertanto che valorizzare e promuovere il ruolo delle città e il dialogo tra le sue comunità civiche e religiose offra un contributo essenziale a queste sfide;
riconoscono
- la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell'area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l'umanità. Tutti i valori naturali, ambientali, culturali, linguistici e religiosi del Mediterraneo, materiali e immateriali, sono visti come fonti di dialogo e unità tra i nostri popoli e dovrebbero essere protetti e trasmessi alle generazioni presenti e future; -l'importanza di un impegno educativo che parta dai bisogni primari, comuni a tutti gli esseri umani, e che possa guidare i giovani nel cammino che conduce al desiderio del bene, dell'amore, della giustizia e della libertà;
-la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità, al fine di rafforzare i legami di fraternità che esistono nella nostra regione;
-l'importanza di creare programmi universitari comuni, al fine di introdurre i giovani di tutta la regione mediterranea ad una migliore conoscenza rispettosa delle tradizioni e delle particolarità culturali di ogni Paese;
- il ruolo chiave della diplomazia a livello urbano nella promozione di uno sviluppo umano integrale e sostenibile basato sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni essere umano;
- l'importanza fondamentale del riconoscimento di un diritto universale alla salute e alla protezione sociale nell'area del Mediterraneo, in particolare a seguito della pandemia di COVID 19, e il ruolo centrale che la cooperazione a livello di città potrebbe svolgere nella lotta alla malattia;
- la necessità di implementare, quanto prima, soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici. Il momento di agire è ora, al fine di preservare la qualità della vita per le generazioni a venire e conseguire un approccio ecologico integrale;
- l'opportunità di promuovere una vera trasformazione della società finalizzata all'instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio;
- l'importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne, e di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine dei migranti, anche attraverso programmi di cooperazione, volti in particolare alla tutela dell'infanzia;
- le politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali.
- la forte connessione esistente tra flussi migratori e cambiamento climatico, che colpisce in maniera accentuata il Mar Mediterraneo: fenomeni come la desertificazione, la deforestazione, il degrado del suolo stanno potenzialmente esponendo miliardi di persone a spostamenti di massa e migrazioni;
- l'importanza del rafforzamento delle relazioni interculturali e interreligiose, al fine di raggiungere un livello più elevato di comprensione reciproca tra individui di diversa origine, lingua, cultura e credo religioso;
e, mentre si impegnano a promuovere progetti concreti di inclusione culturale, religiosa, sociale ed economica, invocano
- che i governi di tutti i paesi mediterranei stabiliscano una consultazione regolare con i Sindaci, con tutti i competenti rappresentanti delle comunità religiose, degli enti locali, delle istituzioni culturali, delle università e della società civile sulle questioni discusse in questa Conferenza. Le città rivendicano il loro diritto a partecipare alle decisioni che influiscono sul loro futuro;
- Governi, Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose a promuovere programmi educativi a tutti i livelli - un cammino che integra gli approcci antropologici, comunicativi, culturali, economici, politici, generazionali, interreligiosi, pedagogici e sociali per realizzare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente;
- Governi, Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose a promuovere iniziative condivise per il rafforzamento della fraternità e della libertà religiosa nelle città, per la difesa della dignità umana dei migranti e per il progresso della pace in tutti i paesi del Mediterraneo;
- Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose, a dialogare e mobilitare risorse per uno sviluppo sociale ed economico sostenibile a favore della cooperazione internazionale, del dialogo interculturale e interreligioso, del rispetto di ogni individuo attraverso una più equa condivisione delle risorse economiche e naturali;
- Sindaci a discutere ed esplorare ciò che idealmente tiene insieme oggi una società civile e come i contesti contemporanei integrano tradizioni religiose ed espressioni culturali;
- Rappresentanti delle comunità religiose, a esplorare come possano interagire tra loro e con i rappresentanti dei governi municipali e dei leader civici al fine di comprendere le cause e le ragioni della violenza e, quindi, lavorare insieme per eliminarla;
- che i governi adottino regole certe e condivise per proteggere l'ecosistema mediterraneo al fine di promuovere una cultura circolare del mediterraneo in armonia con la natura e con la nostra storia”.