Molti dei leader del G20 che ieri era a Roma, oggi si sono recati a Glasgow per l'inizio dei lavori della conferenza Onu sul clima che durerà fino al 12 novembre.
Questo è stato l'intervento di Draghi alla cerimonia di apertura del World Leaders Summit della COP26 di cui l'Italia ha la presidenza in partenariato con il Regno Unito.
Negli ultimi anni, i giovani ci hanno reso un servizio portando l'agenda sul clima al centro del nostro dibattito politico. I giovani sono stati al centro del Summit Pre-COP di Milano. Qui a Glasgow dobbiamo renderli orgogliosi. Il previsto aumento delle temperature globali è destinato a influenzare drammaticamente la vita sul nostro pianeta. Dagli incendi devastanti e dalle inondazioni catastrofiche cui abbiamo assistito finora, all'erodersi delle barriere coralline, alla perdita di biodiversità... l'impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente.Anche il suo prezzo sta aumentando rapidamente, specialmente per le nazioni più povere. Il costo dei disagi per le famiglie e le aziende nei paesi a basso e medio reddito ammonta a ben 390 miliardi di dollari l'anno.Il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali. Può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali; portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata. Il cambiamento climatico può dividerci. Grazie al dialogo e alla cooperazione costanti, abbiamo compiuto buoni progressi nell'affrontare il cambiamento climatico. I Paesi del G20 rappresentano circa il 75% delle emissioni globali di gas serra e circa l'80% del PIL mondiale. Al vertice dello scorso fine settimana a Roma, i suoi Stati membri hanno concordato che dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi, questa è stata la prima volta, e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo.Abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, aumentare i nostri contributi a livello nazionale per le tecnologie green e interrompere i finanziamenti pubblici internazionali a favore del consumo di carbone già entro la fine di quest'anno. Qui alla COP26 ora dobbiamo andare oltre rispetto a quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per mantenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull'accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso.Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi nel campo dei finanziamenti per il clima. Dobbiamo riunire il settore pubblico e quello privato tramite nuovi messi. Abbiamo la tabella di marcia proposta dal principe Carlo. Il primo ministro Johnson ha evidenziato la quantità di denaro privato disponibile; sono decine di trilioni. Ma ora dobbiamo usare quelle risorse. Ora dobbiamo trovare un modo intelligente per spendere quei soldi e spenderli velocemente. Abbiamo bisogno, prima di tutto, che tutte le banche multilaterali che si occupano di sviluppo, e in particolare la Banca mondiale, condividano con il settore privato i rischi che il settore privato da solo non può sopportare. Abbiamo bisogno di piattaforme nazionali in cui la Banca mondiale e altri istituti bancari analoghi possano effettivamente condividere e rendere utilizzabile tutto questo denaro per una buona causa. Questa è, in un certo senso, la prima grande notizia che il Primo Ministro Johnson ci ha dato oggi; quel denaro non è un problema se vogliamo usarlo bene. Questa COP26 deve essere l'inizio di un nuovo slancio, un salto di qualità nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. E i nostri giovani devono essere al centro di questo processo. Abbiamo intenzione di trasformare l'evento "Youth 4 Climate" che abbiamo tenuto a Milano in un appuntamento fisso di tutte le COP. Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o non riusciamo a raggiungere. Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro.
Questo l'elenco degli obiettivi della COP26:
Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l'aumento delle temperature a 1,5°C
Ad ogni Paese viene chiesto di presentare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni entro il 2030 che siano allineati con il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, ciascun Paese dovrà:
- accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone,
- ridurre la deforestazione,
- accelerare la transizione verso i veicoli elettrici,
- incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili.
Adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali
Il clima sta già cambiando e continuerà a cambiare provocando effetti devastanti anche riducendo le emissioni. Alla COP26 si dovrà collaborare per incoraggiare i Paesi colpiti dai cambiamenti climatici e metterli in condizioni di:
- proteggere e ripristinare gli ecosistemi,
- costruire difese, sistemi di allerta, infrastrutture e agricolture più resilienti per contrastare la perdita di abitazioni, mezzi di sussistenza e
- persino di vite umane.
Mobilitare i finanziamenti
Per raggiungere i primi due obiettivi, i Paesi sviluppati devono mantenere la loro promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l'anno in finanziamenti per il clima entro il 2020. Le istituzioni finanziarie internazionali devono fare la loro parte e tutti dovranno lavorare per liberare le migliaia di miliardi che la finanza pubblica e quella privata dovranno impiegare per raggiungere zero emissioni nette globali.
Collaborare
Solo lavorando tutti assieme sarà possibile affrontare le sfide della crisi climatica.
Alla COP26 si dovrà
- finalizzare il “Libro delle Regole” di Parigi (le regole dettagliate necessarie per rendere pienamente operativo l'Accordo di Parigi),
- accelerare le attività volte ad affrontare la crisi climatica rafforzando la collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile.