Nei due rami del Parlamento si è svolta martedì la discussione della relazione delle Commissioni Esteri e Difesa sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 26 febbraio 2024, al termine della quale è stata approvata la partecipazione dell'Italia (con l'apporvazione - quasi - totale delle opposizioni) alle missioni internazionali Euam Ukraine, Eunavfor Aspides e Levante.

La missione Euam Ukraine "[è finalizzata a sostenere l'Ucraina] nel suo impegno per la riforma del settore della sicurezza civile e si inserisce nel quadro del percorso di adesione di Kiev all'UE, che richiede l'adozione e l'attuazione delle riforme pertinenti, in particolare nei settori della democrazia, dei diritti umani, dell'economia di mercato e dell'attuazione dell' 'acquis' dell'UE, con particolare riguardo al rafforzamento dello Stato di diritto, attraverso la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione".

La missione Eunavfor Aspides "[è finalizzata] ad iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell'area del Mar Rosso, Golfo Persico e Oceano indiano nord-occidentale. Il suo avvio è stato deliberato nel corso della riunione del Consiglio affari esteri del 19 febbraio, con l'obiettivo di ripristinare e salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 2722(2024), approvata il 10 gennaio 2024, in cui si chiede l'immediata cessazione degli attacchi Houthi e si ribadisce il diritto degli Stati membri, in conformità al diritto internazionale, di difendere le loro navi da attacchi, compresi quelli che compromettono i diritti e le libertà di navigazione".

La missione Levante, infine, "[è finalizzata] a fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas, inclusi interventi umanitari a favore della popolazione civile dell'area".

In relazione a quest'ultima missione il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha dichiarato che
"si sta anche esplorando la possibilità di avviare attività di air drop per recapitare materiale umanitario nella Striscia di Gaza, nonché l'attivazione dell'iniziativa multinazionale Maritime Aid to Gaza volta a prevedere l'apertura di un corridoio marittimo per il trasporto di aiuti umanitari".

A proposito di Gaza, da segnalare l'iniziativa di alcuni parlamentari di AVS, PD e M5s che sino recati al valico di Rafah per verificare di prima mano anche la gestione degli aiuti fatti affluire nella Striscia. Questo il resoconto dell'on. Nicola Fratoianni (AVS) duranste il tragitto per arrivare al valico:
"A Gaza si muore di fame. Letteralmente. Si muore per mancanza di cibo, di farmaci, di igiene, di carburante per far funzionare gli ospedali. Verrebbe da dire che servono urgentemente aiuti umanitari. L’ennesima follia di questa folle guerra è che gli aiuti ci sarebbero, ma che non possono entrare dove ce ne è bisogno. Sono oltre 1500 i camion carichi di aiuti in attesa di entrare a Gaza. Abbiamo visto la prima colonna di qualche centinaio di TIR a più di due ore di auto da Rafah.
Senza cessate il fuoco, senza una tregua duratura non potranno entrare gli aiuti di cui ci sarebbe bisogno e si continuerà a morire di stenti e di epidemie. Secondo alcuni studi citati oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità senza una tregua moriranno 85mila persone entro sei mesi. 6mila sono già condannati e moriranno anche se la tregua iniziasse oggi.Questa notte la nostra Carovana si ferma ad Al-Arish a meno di un’ora di strada da Rafah. Una volta qui si veniva a fare il bagno, oggi è un territorio sottoposto alla legge militare, una città silenziosa e semi-vuota in cui si sente, anche da lontano, il rumore del mare.Domattina andiamo al Valico di Rafah, la porta dell’inferno. Perché è giusto vedere di persona, è giusto esserci e portare la voce di chi chiede pace. Sono milioni, sono la maggioranza, anche in Italia".