Signor Presidente, quanto è alta la minaccia di un'invasione russa in questo momento? 

 È molto alta.
Perché?
 Non hanno ritirato nessuna delle loro truppe. Hanno portato più truppe, numero uno. Numero due, abbiamo motivo di credere che siano coinvolti in un'operazione sotto falsa bandiera per avere una scusa per invadere. Ogni indicazione che abbiamo è che sono pronti ad andare in Ucraina, attaccare l'Ucraina. Stavo aspettando una risposta da Putin per la mia lettera. È arrivata all'ambasciata di Mosca. La stanno inviando qui. Non l'ho ancora letta. Non posso commentarla.


Ne è stato informato in qualche modo del contenuto?

No.
Crede che andrà fino in fondo? Ha la sensazione che questo accadrà ora?
 
Sì.  
Quando? La mia sensazione è che possa accadere nei prossimi giorni. 
Di quanti giorni stiamo parlando? C'è ancora qualche via diplomatica disponibile, signor Presidente? 
Sì, c'è. C'è un chiaro percorso diplomatico. Ecco perché ho chiesto al segretario Blinken di andare alle Nazioni Unite e fare la sua dichiarazione oggi. Illustrerà qual è quel percorso. Ho tracciato un percorso anche per Putin, credo, domenica. E quindi, c'è un percorso. C'è un modo per portarlo avanti, ma con la diplomazia.
Parlerà di nuovo con Putin? Ha intenzione di chiamare Putin?
Non chiamerò Putin. Non ho intenzione di chiamare Putin in questo momento. Grazie.

Queste le parole odierne di Joe Biden, riportate dalla Briefing Room della Casa Bianca. Nel mentre, a Bruxelles, il premier Draghi ha partecipato a margine della "Riunione informale dei Membri del Consiglio europeo sulla crisi russo-ucraina", ha rilasciato queste dichiarazioni: 

"Zelensky in una telefonata che abbiamo avuto ieri ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Putin, di vedere se l’Italia avesse potuto aiutarlo su questo fronte. Non sarà facile, ma l’obiettivo è quello e occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto.... Occorre mantenere la nostra strategia di deterrenza ferma. Essere fermi, non mostrare debolezze. Occorre dire chiaramente fin dall’inizio che noi non possiamo rinunciare a quelli che sono i principi fondanti dell’alleanza atlantica, ma insieme a tutto ciò occorre anche mantenere il dialogo il più possibile aperto.... La situazione è quella che era qualche giorno fa e questi episodi che sembravano annunciare una de-escalation non sono al momento presi seriamente, quindi dobbiamo rimanere pronti a ogni eventualità.... Al momento la strategia deve essere fatta di due elementi: il primo consiste nel riaffermare la nostra unità. Questo è forse il fattore che più ha colpito la Russia. Inizialmente ci si poteva aspettare che essendo così diversi avremmo preso posizioni diverse, invece nel corso di tutti questi mesi non abbiamo fatto altro che diventare sempre più uniti e uniti significa tantissimi Paesi, non è solo l’occidente, perché all’interno della Nato ci sono Paesi che non appartengono a quello che noi chiamiamo occidente".