Nel 1999 i candidati per l'ambíto premio norvegese erano delle vere e proprie istituzioni umanitarie. Tra essi spiccavano l'associazione religiosa e benefica Papa Giovanni Paolo II, il Tribunale della Corte  Penale Internazionale, (le cui competenze riguardano i crimini di guerra, i genocidi e i crimini contro l'umanità) e Medici Senza Frontiere, una organizzazione non governativa che si prefigge di sostenere chiunque in qualsiasi luogo durante le emergenze naturali e sanitarie.

Questi "angeli", come vengono spesso definiti dai loro assistiti, hanno vinto il premio con questa motivazione:  "l’impegno umanitario e pionieristico in diversi continenti coerentemente con la loro filosofia: aiuto incondizionato nel mondo".

Il premio ricevuto ha suggellato un’attività di quasi 30 anni da parte dell'organizzazione. Il presidente James Orbinski commentò  allora:

"Siamo e resteremo indipendenti da tutti i poteri, politici e militari. Ringrazio i milioni di persone che ci sostengono finanziariamente e moralmente. Il premio è anche un riconoscimento della nostra indipendenza e alla nostra azione basata sul rispetto della dignità umana".

Ancora oggi Medici Senza Frontiere sta tenendo fede al suo impegno e alle sue promesse, aiutando il mondo e il nostro paese a combattere contro questa tanto terribile quanto inaspettata pandemia di coronavirus.

In Italia questi Medici stanno assistendo gli ospedali di Lodi, Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano, unendo ai medici locali anche team di infettivologi, anestesisti, infermieri e logisti italiani forgiati da anni di esperienze. La coordinatrice Claudia Lodesani ha affermato che resteranno nel lodigiano ad aiutare fin quando sarà necessario. 

Medici Senza Frontiere è attivo anche nella regione Marche, dove si sta infatti occupando del sostegno e della formazione degli operatori delle locali RSA. A tal proposito Tommaso Fabbri, capo progetto MSF nelle Marche ha detto: "Nell’affrontare un’epidemia le attività di prevenzione possono svolgere un ruolo decisivo per evitare nuovi contagi e frenare la diffusione del virus, soprattutto tra le persone più a rischio. Di fronte al coronavirus i nostri anziani, che in ogni società rappresentano un insostituibile punto di riferimento per tutti, sono i più vulnerabili e noi faremo tutto il possibile per proteggerli lavorando fianco a fianco con il personale delle strutture che li ospitano, in una stretta collaborazione anche con l’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR)".

Infine, è necessario ricordare che nella lotta contro il  coronavirus, Medici Senza Frontiere è attiva anche in Spagna, Francia, Belgio e Grecia.