Il segretario dem, Enrico Letta, domenica ha riassunto la campagna per le politiche del suo partito in una intervista al quotidiano della Cei, Avvenire. Nulla di nuovo nelle sue parole, in compenso Letta riesce a ribadire quanto le sue decisioni, dal momento in cui sono state proclamate le elezioni politiche, siano state insensate e pertanto sbagliate.

Adesso, dopo essersi reso conto che l'alleanza da lui proposta è un'armata Brancaleone, il segretario dem già inizia a parlare di indecisi:

"Dobbiamo convincere il 10% di indecisi. Con i Verdi già governiamo in Europa, dove ad esempio la stessa Ursula Von der Leyen porta avanti posizioni radicalmente diverse da quelle di Meloni e Salvini e molto più compatibili con quelle nostre e di Bonelli. È la destra italiana a non essere "europea". Vale a dire avanzata, civile, moderna. Sono, piuttosto, al fianco dell'Ungheria e di quel regime reazionario e negazionista, a partire dai temi ambientali. Lo stesso può dirsi sulle questioni sociali o su quelle migratorie e della cittadinanza. L’ostilità pregiudiziale di questa destra a una misura di civiltà come lo ius scholae, per fare un altro esempio, è dichiarata e intollerabile. Se vincessero loro si arresterebbe ogni possibilità di progresso. Di nuovo o di qua o di là: da una parte, discriminazioni e politiche reazionarie; dall'altra, integrazione, inclusione e politiche progressiste. È qui la scelta".

Primo punto. I sondaggi indicano una differenza del 20% tra la coalizione di destra e quella organizzata dal Pd... come il 10% di indecisi possa ribaltare l'esito del voto è un mistero indecifrabile.

Secondo punto. I Verdi con cui governa in Europa, in Italia erano all'opposizione del governo Draghi... che non hanno fatto cadere solo perché non lo volevano e non lo hanno mai voluto. Nonostante ciò con loro è stato possibile fare un'alleanza "elettorale".

Terzo punto. Quali sono i temi che il Pd vuole promuovere? Così risponde Letta:

"Penso al salario minimo, alla lotta alla precarietà del lavoro, al no ai finti stage, alla riduzione delle tasse sul lavoro per i ceti medi e bassi, al grande piano di edilizia popolare e rigenerazione urbana per le periferie. Accanto a questo un welfare moderno basato sul potenziamento dell’assegno unico, con revisione ISEE, sulla valorizzazione del terzo settore e sulla riforma della non autosufficienza. Giustizia sociale è questo: protezione dei più vulnerabili, delle persone sole e fragili. Soprattutto è scelte strutturali, non spot o bandierine".

In pratica, sono gli stessi temi che vengono proposti dai 5 stelle, con cui però Letta non ha voluto allearsi, non perché erano all'opposizione del governo Draghi, ma solo perché non erano presenti in Aula al momento di un voto di fiducia per un provvedimento che è stato approvato con la maggioranza assoluta sia dalla Camera che dal Senato!

Quarto punto. E adesso che cosa dice Letta?

"La polarizzazione è nei fatti. Più di un terzo dei collegi sono uninominali. Tradotto: è eletto solo chi arriva primo. Per arrivare primi in un collegio bisogna prendere almeno il 30/40% dei voti e può essere primo o il nostro candidato o quello della destra. Chi sceglie altre liste avvantaggia oggettivamente Giorgia Meloni. È bene chiarirlo una volta per tutte".

Che bisogna comunque votare per la coalizione che ha più probabilità di vittoria per non far vincere quella delle destre. Ma se era a conoscenza del problema già prima di formare la coalizione, perché dalla coalizione ha voluto tener fuori un partito che avrebbe comunque garantito la possibilità di arrivare perlomeno al 40% dei consensi? Adesso, dagli ultimi sondaggi, l'alleanza inventata da Letta non sembra riuscire a superare neppure il 30%.

Così Letta ha concluso l'intervista ad Avvenire: 

"Grazie soprattutto alla compattezza interna, il Pd ha vinto due difficilissime tornate amministrative e superato lo scoglio Quirinale. Quando 18 mesi fa ho lasciato Parigi per guidare il Pd il partito era attraversato da lacerazioni e lotta tra correnti. Un avvitamento pericolosamente prossimo all'implosione. Il Pd oggi è unito ed è l’unica vera alternativa a Meloni e alle destre. Da quando faccio politica al centrosinistra una cosa chiedono prima di tutto gli elettori: unità. Vinciamo se e soltanto se li ascoltiamo".

Non è possibile entrare nella testa degli elettori Pd, ma per chi non sia iscritto a tale partito, resta difficile capire come sostenere la transizione ecologica promuovendo inceneritori che entreranno in funzione tra una decina d'anni e, allo stesso tempo, dire di essere allarmati per il cambiamento climatico e le sue conseguenze dovute alle emissioni di combustibili fossili... un quadro che rappresenta perfettamente l'attuale stato di salute del Pd e quello del suo segretario, Enrico Letta.