La scultura funeraria romana
I busti funerei e le stele (lapidi) erano una delle forme di scultura più comuni nel mondo romano. Queste sculture rappresentavano il defunto da solo, con il loro partner, i bambini e persino gli schiavi (vedi la lapide del 1° secolo del mercante di grano Ampudius, ora nel British Museum).
Le figure di solito indossavano una toga e le donne tenevano la posa di pudicizia con la mano sul mento nel rimorso. Anche gli altari tombali erano comuni e potevano portare scene di rilievo dalla vita del defunto o scene di scorta e quelli dei più ricchi potevano ritrarre diverse generazioni di membri della famiglia.
Dal 2° secolo la sepoltura (contrariamente alla più tradizionale cremazione) divenne più comune e quindi si sviluppò un mercato per i sarcofagi. Questi erano scolpiti nella pietra e spesso avevano scene della mitologia scolpite in alto rilievo su tutti e quattro i lati e persino sul coperchio.
I sarcofagi "asiatici" erano i più decorati con rilievi tagliati quasi a tutto tondo. Il tipo proconnesio aveva una scultura sopra le fanciulle che reggevano ghirlande e il tipo 'Roma' aveva un lato bianco per mettere i sarcofagi contro un muro.
Entro il 2° secolo dC la scultura poteva anche includere un ritratto dell'occupante, di solito in versione eroica, forse come generale vittorioso o, più tardi, in un pannello dedicato sul lato anteriore.
Con il contributo di LePietre.Srl