«Incontro a Monza con i lavoratori della Gianetti Ruote. Al loro fianco per cercare e trovare tutte le soluzioni possibili per superare questa assurda e inaccettabile situazione di crisi che si è creata in Brianza».

Neanche il tempo di farsi fotografare con alcuni dei rappresentanti di quei lavoratori che Enrico Letta dovrà adesso mettersi al fianco anche dei 422 dipendenti della GKN di Campi Bisenzio, comune a due passi da Firenze, a cui ieri, via mail, è stato comunicato  di essere stati messi per strada, da un giorno all'altro.


Così, ipocritamente, la Fiom-Cgil ha commentato i licenziamenti:

"Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert [113 dipendenti, nel comune di Figline Valdarno, licenziati a maggio, ndr]: una scelta criminale di una multinazionale che conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare. Un comportamento intollerabile, anche alla luce dell'avviso comune firmato dalle parti sociali e dal Governo lo scorso 29 giugno e dei meccanismi di gestione delle crisi previsti dalla legge e dal contratto nazionale.Come Fiom- Cgil chiariamo subito che non firmeremo alcun licenziamento: non possiamo accettare che si consumi l'ennesimo dramma sociale che, inoltre, avrebbe importanti ripercussioni per tutto il tessuto economico e produttivo fiorentino che non può permettersi di incassare l'ennesimo attacco alle sue professionalità e non può accettarlo tutta la comunità fiorentina, dai cittadini alle istituzioni politiche e sociali.Per questo chiediamo all'azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l'attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle Istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e gli enti locali".


Altrettanto ipocrita il commento della Fim-Cisl:

"Questa mattina la GKN driveline, azienda fiorentina che produce componenti meccanici per i motori delle auto, di proprietà di un fondo inglese (acquisita dal 2018 da Melrose), con un altro stabilimento sul territorio italiano a Bolzano, via per pec, senza nessun preavviso, nemmeno alla Confindustria, ha comunicato ai 422 dipendenti il licenziamento e la chiusura del sito.Un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio. Una modalità banditesca della gestione dei rapporti che condanniamo senza appelli. Proprio questa mattina l’azienda aveva messo tutti i lavoratori in Par (permesso annuo retribuito) collettivo per le ferie estive e in fabbrica non c’era nessuno.Da informazioni che abbiamo raccolto pare che l’azienda voglia delocalizzare la produzione di Firenze, ma non sappiano dove.Una cosa che non ha nessuna logica, visto che non poco tempo fa sono stati effettuati importanti investimenti in macchinari e automatizzazione del sito fiorentino.Appena abbiamo appreso la notizia lavoratori e sindacato si sono recati in fabbrica e entrati nel sito nonostante la presenza della security che però non ha bloccato gli accessi.Ora siamo in assemblea permanente in attesa di decidere le prossime azioni ed evitare che vengano a portare via i macchinari.Questa bruttissima notizia è l’ennesima vigliacca ferita che subisce il territorio fiorentino che rischia di perdere un’altra importante azienda e lasciare in mezzo ad una strada 422 famiglie, dopo Electrolux di Scandicci e la Bekaert di Figline Valdarno.Come Fim Cisl chiediamo alla Regione di intervenire subito anche attraverso il governo nazionale su questo scempio, è inaccettabile che si licenzi senza motivo e senza preavviso con una e-mail 422 persone".


E già che ci siamo, per riportare il quadro completo della "triplice", ecco anche la dichiarazione della Uilm:

"Fin dal 2018, allorquando Bekaert avviò improvvisamente la procedura di licenziamenti, la Uilm ha denunciato il pericolo rappresentato dalle delocalizzazioni produttive e dal comportamento cinico di molte multinazionali. Questo è il caso di Gkn che oggi [venerdì 9 luglio, ndr] ha inviato la comunicazione di procedura di licenziamento a 422 dipendenti per chiusura totale dello stabilimento. È da anni che come Uilm denunciamo un progressivo indebolimento della direzione aziendale e dei livelli dirigenziali territoriali, e ultimamente lo stabilimento era gestito a distanza dalla sede di Brunico o direttamente da Gkn Europa". Lo dichiarano Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm, e Davide Materazzi, Segretario Uilm Firenze."Rivendichiamo da tempo norme che davvero incentivino chi vuole fare industria in questo Paese e al contempo penalizzino chi decide di delocalizzare – sottolineano Ficco e Materazzi – Inoltre a più riprese abbiamo avvisato il Governo che urge una politica industriale per il settore dell’auto che accompagni l’intera filiera produttiva nella delicatissima fase di transizione che stiamo attraversando in Europa e in Italia"."Se il Governo non interverrà in tal senso ci troveremo ad affrontare ulteriori casi di chiusura di stabilimenti, anche in altri settori, e senza gli strumenti necessari per contrastare siffatte decisioni da parte di multinazionali spregiudicate" concludono.


Perché parlare di ipocrisia? Perché quando i rappresentanti nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il presunto accordo con il presunto ricorso alla cassa integrazione per procrastinare il reale sblocco dei licenziamenti, sapevano benissimo come sarebbe andata a finire, considerando il contenuto di ciò a cui hanno dato il loro assenso!


A smascherare sì tanta ipocrisia, la nota di USB Lavoro Privato Industria:

"L’avviso della chiusura dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio con la procedura di licenziamento di 422 dipendenti è arrivato via mail in una giornata di blocco delle attività per mancanza di componenti. Una modalità comunicativa  in perfetta sintonia con il contenuto della lettera, inviata alle RSU e alle OS, che stronca l’utilizzo di qualsiasi ammortizzatore sociale, perché secondo l’azienda per tutelare il budget non c’è altro modo che buttare in mezzo alla strada dipendenti diretti e indiretti.Oltre ai dipendenti della GKN 335 operai, 67 impiegati, 16 quadri e 4 dirigenti, ci sono i lavoratori della Easy Group S.r.l., della Host food S.r.l., aziende coinvolte nell’attività industriale e nei servizi, si arriva così a circa 500 persone private del salario e del posto di lavoro.Quello sottoscritto da Landini, Sbarra e Bombardieri è in effetti una mera presa d’atto della libertà di licenziare regalata ai padroni, di cui questi stanno già facendo largo e spregiudicato utilizzo, altro che raccomandazione ad utilizzare gli ammortizzatori sociali, è una vergognosa menzogna che si è liquefatta davanti ai cancelli della Gianetti Ruote e della GKN.Non è un caso se entrambe  sono legate a fondi esteri, la Gianetti Ruote al fondo tedesco Quantum Capital Partners, con sede negli USA, mentre la GKN è del fondo britannico Melrose, meccanismi speculativi senza specifiche ambizioni industriali, pronti a gettare sul lastrico migliaia di lavoratori pur di valorizzarsi in borsa.Siamo alle prime battute di una drammatica stagione in cui il padronato, speculatori finanziari  italiani ed esteri con il pieno appoggio del governo, intendono riscrivere in peggio condizioni di occupazione, di salari, di orario di lavoro, di salute e sicurezza e diritti sindacali, utilizzando lo strumento delle ristrutturazioni e dei licenziamenti.È importante portare la solidarietà e il sostegno ai lavoratori della GKN Driveline Firenze e delle ditte esterne coinvolte, cosa che ci ha visto subito impegnati davanti ai cancelli e nell’assemblea nel piazzale.È stato immediatamente chiesto un incontro ai ministri Giorgetti e Orlando dove intendiamo riportare la necessità di tutelare lavoratori e sito produttivo.Tuttavia sarà ancora più determinante comprendere che siamo di fronte ad uno scontro che travalica le singole aziende, se vogliamo affrontarla al meglio, dovremo subito  mettere in campo una battaglia di resistenza e di lotta di carattere nazionale contro i licenziamenti e il furto di occupazione, diritti e salario.Di fronte all’attacco al tessuto industriale rivendichiamo la necessità dell’intervento dello stato senza alcun indennizzo per gli speculatori, sosterremo i lavoratori nella tutela dei beni e dei materiali produttivi".


Adesso il "socialista" Letta dovrà arrampicarsi sugli specchi per giustificare quanto sia bello, buono e giusto il sostegno all'illuminatissimo governo dei migliori che, come ampiamente prevedibile, ha dato la possibilità alle aziende che vivono di borsa di migliorare i propri utili, in un momento di crisi che aggrava il già grave problema relativo alla carenza di posti di lavoro. E se Letta ogni volta vorrà incontrare i lavoratori che prossimamente verranno licenziati, è evidente che non potrà svolgere altra attività che girare per l'Italia in lungo e in largo.