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Meloni e Nordio prima riempiono le carceri con leggi assurde, poi licenziano una norma svuota-carceri

Tra i provvedimenti licenziati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 3 luglio 2024, vi sono anche delle misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia (decreto-legge):

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia.

Le norme introdotte mirano, tra l'altro, a:

  • rafforzare la sicurezza, l'operatività e l'efficienza degli istituti penitenziari mediante l'assunzione di mille unità personale del Corpo della polizia penitenziaria e lo scorrimento delle graduatorie per l'assunzione di vice-ispettori e vice-commissari della polizia penitenziaria;
  • garantire il miglior funzionamento degli istituti di pena, mediante l'incremento del personale che opera in ambito penitenziario e minorile;
  • assicurare un più efficace reinserimento dei detenuti nella società, anche attraverso l'istituzione di un elenco delle strutture residenziali idonee all'accoglienza e al reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità, ma che non sono in possesso di un domicilio idoneo e sono in condizioni socio-economiche non sufficienti per provvedere al proprio sostentamento;
  • introdurre una nuova fattispecie di reato al fine di chiarire definitivamente la punibilità delle condotte di peculato per distrazione del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio;
  • eliminare le incertezze interpretative in relazione alle procedure esecutive nei confronti degli Stati esteri;
  • razionalizzare benefici e regole di trattamento applicabili ai detenuti, in particolare in materia di colloqui telefonici e liberazione anticipata;
  • assicurare l'effettività delle funzioni di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo anche in relazione ai poteri di avocazione del procuratore generale presso la corte d'appello;
  • differire il termine per l'entrata in vigore del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, al fine di permettere l'adozione degli interventi necessari per l'effettiva operatività del medesimo.

In particolare, in materia di reinserimento dei detenuti nella società, si prevede che il pubblico ministero indichi espressamente nell'ordine di esecuzione della pena da espiare, tutte le detrazioni previste dalle norme sulla liberazione anticipata (articolo 54 della legge 26 luglio 1975, n. 354), al fine di rendere immediatamente percepibile al destinatario il termine finale della pena in caso di ottenimento di tutte le detrazioni o la pena che sarebbe invece da espiare senza le detrazioni. Nello stesso ordine di esecuzione deve essere dato avviso al condannato che le detrazioni non saranno concesse in caso di mancata partecipazione all'opera di rieducazione. A differenza di quanto avviene oggi, all'ufficio del pubblico ministero che ha emesso il provvedimento di esecuzione non sarà data comunicazione dell'avvenuta concessione del beneficio di liberazione anticipata, bensì della mancata concessione di tale beneficio o la sua revoca.Inoltre, si introduce l'obbligo, per il magistrato di sorveglianza, di accertare d'ufficio la sussistenza dei presupposti necessari ai fini della concessione del beneficio in caso di presentazione di istanze d'accesso alle misure alternative alla detenzione (semilibertà, affidamento in prova, detenzione domiciliare) o ad altri benefici analoghi o nei novanta giorni antecedenti il termine per l'espiazione della pena, computando le detrazioni previste. Di conseguenza, la possibilità per il condannato di presentare istanza di concessione della liberazione anticipata viene ammessa, in via residuale, in presenza di uno specifico interesse che deve essere indicato, a pena di inammissibilità, nell'istanza medesima.

Ci sono due punti che in queste misure saltano agli occhi. Prendiamo il primo: "introdurre una nuova fattispecie di reato al fine di chiarire definitivamente la punibilità delle condotte di peculato per distrazione del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio".

Prima che questo governo entrasse in carica erano state introdotte nuove norme per limitare il perimetro della possibilità di compiere reati nella pubblica amministrazione, rendendone più facile l'evidenza. Che cosa hanno fatto Meloni e i suoi complici? Hanno abolito il reato di abuso d'ufficio, allargando nuovamente le maglie nel contrasto ai reati dei colletti bianchi.

"L'abolizione del reato di abuso d'ufficio  - avevano rilevato le forze di opposizione - è la legalizzazione dell'abuso di potere dei potenti sui deboli, del conflitto d'interessi come mezzo di esercizio del potere. Si pensi ai concorsi truccati a favore di candidati raccomandati; ai permessi di costruire rilasciati per zone non edificabili o soggette a vincoli; all'immobile abusivo messo in regola su pressione di un amministratore pubblico che aiuta un amico; al magistrato che non indaga sul suo amico per proteggerlo; agli abusi dei medici pubblici che dirottano pazienti nelle strutture private; al primario che fa scavalcare le liste d'attesa per le visite nella sanità pubblica ai suoi pazienti che a lui avevano pagato la visita privata. Inoltre, l'abuso d'ufficio è lo strumento con cui le mafie influenzano le condotte della PA e con cui poi arrivano a mettere le mani sui soldi pubblici. Il primo passo necessario per le mafie è l'abuso di potere compiuto dal funzionario o dirigente pubblico".

E adesso che cosa vuole fare Meloni? Creare un nuovo reato per giustificare pure le "distrazioni".

E a proposito di reati penali, il ministro Nordio, una volta entrato in carica, aveva annunciato di voler cancellare quelli ritenuti inutili o assurdi. Non solo non li ha cancellati, ma fin dall'inizio ne ha "inventati" altri come il "reato di rave party", creando nuove pene da scontare in galera e aumentando quelle già esistenti. Tra i reati più assurdi, l'inasprimento di pene contro gli scafisti (quelli che la geniale premier promotrice del fascismo 2.0 voleva perseguire in tutto il globo terracqueo), in realtà dei semplici migranti che per pagarsi il viaggio gratis accettano di tener la barra di un timone ferma nella direzione che gli è stata loro indicata.

Il risultato di Nordio e Meloni? Aver riempito le carceri oltre il livello di non vivibilità che già era comunque presente. Adesso sono stati costretti a licenziare una norma svuota-carceri per porre rimedio alla loro inadeguatezza.

Fin quando ancora gente simile deve continuare a governare il Paese?

Autore Egidio Marinozzi
Categoria Politica
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